Pic! È solo una punturina :-)
Me lo sarò sentito dire mille volte: “vorrei fare decluttering ma non riesco, perché [inserisci la tua resistenza o disagio psicologico preferito]”.
Fare decluttering non è difficile in senso pratico, ma può risultare molto duro dal punto di vista emotivo.
Se ti sei mai mai detto “vorrei, ma non riesco”, questo articolo è per te: ti mostrerò qualcosa che ti aiuterà a sbloccarti nel momento stesso in cui lo leggi.
Ma prima, ecco un esempio della situazione emotiva in cui molti si ritrovano al pensiero di eliminare o anche solo riordinare determinati oggetti. Questo è un commento di una lettrice, Chiara, a un mio articolo riservato agli iscritti:
Il mio problema sono i vecchi vestiti e la vecchia biancheria, e i ‘ricordi’ o gli oggetti avuti in regalo.
Non riesco a buttarli per ragioni emotive.
Mia mamma ha tenuto tutti i propri vestiti e me li ‘passava’ quando raggiungevo l’eta’ adatta. E’ stata lei ad insegnarmi che buttar via un vestito che e’ ancora buono e’ un delitto e che la roba prima o poi torna sempre di moda. E comunque che non e’ importante seguire la moda.
I regali poi non sono eliminabili per definizione: se tu lo vendi, lo doni alla caritas, lo butti nella spazzatura, l’autore del regalo si offende! E questo vale anche per i regali dei fidanzati passati: e’ vero, non siamo piu’ insieme (da 10 anni, nel frattempo ho pure sposato un altro) ma non posso buttare via i 3 orologi che mi hai regalato mentre eravamo insieme! Sono costosi e sono un ricordo! Anche se uno di essi e’ rotto e irreparabile, l’altro no nmi piace e ho recentemente scoperto che tutti e tre mi formano ricordi tristi.
Infine i souvenir dei viaggi! Come buttare via il biglietto aereo per la Giamaica o i biglietti di auguri per il compleanno o tutte le cartine ed i depliant del viaggio in Giappone? Non dico che questi ultimi possano servire (tanto devi prenderli aggiornati se ci rivai) ma e’ stato un viaggio cosi’ bello… Gettarli via mi pare che mi faccia dimenticare il viaggio ed io non voglio perche’ e’ stato bellissimo…
Alla fine dell’articolo vedrai come si è evoluta la situazione di Chiara.
Prima però devo metterti di fronte a una dura realtà.
Ho scritto tanti articoli su come rendere questa pratica il più facile possibile, ma non è possibile renderla facile e piacevole dall’inizio alla fine.
Non è possibile eliminare del tutto la fatica e il dolore. Ci saranno sempre dei progressi che possono essere ottenuti solo passando per momenti di disagio.
E ti dirò di più: il tentativo di sfuggire al disagio è alla radice del problema.
Il comportamento di accumulo è, in sintesi, un tentativo di sfuggire a dolore e paura alzando una barriera di oggetti contro il mondo che minaccia di ferirci e travolgerci (se vuoi approfondire, scarica I 7 elisir del decluttering).
Non a caso c’è un forte legame statistico tra l’accumulo di oggetti e l’accumulo di grasso corporeo: psicologicamente, il cibo e l’aumento del grasso “protettivo” hanno la stessa funzione.
Accumulare e mangiare può allontanare lo stress e le emozioni negative temporaneamente, ma ha un prezzo molto caro. Più ricorri a “consolazioni” esterne per rimediare allo stress, più la tua tolleranza allo stress si abbassa.
Più respingi le emozioni negative dentro di te, più queste creano un sedimento marcescente nel tuo carattere.
Nel tempo, quel sedimento cresce, finché i suoi vapori nauseabondi offuscano ogni momento che sarebbe altrimenti gioioso. E come reagisce una persona in queste condizioni? Con l’unico rimedio che conosce ovviamente: accumulando e mangiando. O bevendo. O fumando. O drogandosi. O usando qualsiasi altra sostanza/esperienza che la aiuti ad allontanare temporaneamente il dolore, alimentando il circolo vizioso tipico di tutte le dipendenze.
Alla fine, l’accumulo più o meno compulsivo non è altro che questo: una forma di dipendenza.
Il decluttering è la disintossicazione da quella dipendenza.
E come ogni disintossicazione, ha i suoi momenti difficili, che non possono essere evitati. Né dovrebbero esserlo: affrontare il disagio è quello che ci rende più forti e più capaci, è quello che ci equipaggia per la felicità.
Detto questo, non voglio che pensi che fare decluttering debba essere una specie di calvario.
Anzi, sono qui per dirti il contrario: se pensi che staccarti dagli oggetti sia duro, stai sicuramente sopravvalutando il dolore che ti causerebbe.
Esatto: sembra molto più difficile PRIMA di farlo.
Come spesso succede, è molto più il disagio che proviamo all’idea di un dato evento, che quello che proviamo nell’evento stesso. Ricordi quando da bambini avevamo paura della punturina? La puntura durava solo un secondo, ma l’angoscia prima di farla poteva torturarci per ore…
Stessa cosa.
Anzi, no. Tra la punturina e il decluttering c’è una differenza fondamentale.
Ed è che la punturina non ti rendeva più felice (se non per il fatto che era passata). Tant’è che dovevamo essere corrotti dalla promessa di un dolce o di un giocattolino una volta superata la grande prova (eh sì: dolci e oggettini consolatori già dalla più tenera età. Era meglio se ci davano più baci e ci cantavano una canzone con noi come protagonisti).
Al contrario, selezionare, eliminare e riordinare gli oggetti dà un’inconfondibile sensazione di soddisfazione e sollievo. Nel decluttering, dolci e giocattolini (cancellato) baci e canzoni sono sempre lì che ti aspettano.
Questo è come funziona più precisamente:
(L’immagine è tratta da La vita fuori dal bozzolo, il manuale di Fai spazio alla vita.)
Ricorrere alla “droga” lenitiva dà un momentaneo sollievo ma porta a un abbassamento dell’autostima e della soddisfazione sul lungo periodo.
Viceversa, affrontare il disagio momentaneo che proviamo nell’eliminare gli oggetti consolatori crea un momentaneo abbassamento del morale (e nemmeno sempre), ma porta ben presto a un aumento dell’autostima e della soddisfazione.
Ai fini pratici, questo è quello che voglio che ti ricordi di questo articolo:
1. quando sei in procinto di tentare un decluttering che si annuncia duretto, ricordati che il calo di umore sarà breve e momentaneo; tieni l’attenzione sull’obiettivo, che è l’aumento di benessere che seguirà molto presto a lavoro svolto.
2. quando provi sollievo e soddisfazione per aver fatto un bel decluttering, soffermati su quelle emozioni e confrontale con le emozioni negative che provavi poco prima e/o poco dopo l’atto.
In questo modo, coltiverai un’aspettativa molto più realistica e più incoraggiante non solo per i tuoi futuri decluttering, ma per tutte quelle situazioni in cui sai di dover passare per emozioni sgradevoli ma momentanee per arrivare a una ricompensa.
Fare decluttering diventa via via sempre più facile con l’esperienza, non solo e non tanto perché i meccanismi di accumulo vengono progressivamente disinnescati, ma soprattutto perché impari ad aspettarti baci e canzoni come risultato garantito dei tuoi sforzi.
Non so quante mail ho ricevuto da allievi o lettori che in sostanza dicono: “se avessi saputo che era così facile e liberatorio l’avrei fatto vent’anni fa, mi sento un’idiota, ma di cosa avevo paura?”.
Questo è quello che mi ha scritto Chiara dopo aver messo in pratica i miei suggerimenti, una decina di giorni dopo quel commento all’inizio dell’articolo:
CIAO Lorenzo
solo per dirti: L’HO FATTO! :)
stamani c’era la raccolta porta porta di abiti usati per il cancro al seno e davanti alla mia porta c’era un MURO di borse e scatoloni
ho buttato tutti i vestiti e scarpe che non uso piu’ o che non mi piacciono piu’, indipendentemente dal loro costo, eta’ e da chi me l’aveva regalato :P
adesso pulire il sottoscala (sede delle scarpe) e ancor piu’ vestirsi al mattino e’ un gioco da ragazzi
vuoi un suggerimento per il prossimo post? COME IMPEDIRE ALLA GENTE DI FARTI REGALI SENZA OFFENDERLA :D
perche’ devi sapere, mio caro, che ho buttato anche berretti e sciarpe nuovi mai messi, alcuni appena regalatimi dalla suocera :D
che ci posso fare se sono nata in ottobre e TUTTI mi regalano sciarpe e berretti mentre io non li sopporto???
grazie di tutto e… il post sulle scartoffie burocratiche arriva a fagiolo! ;)
e in un’altra mail:
volevo aggiungere che per una settimana ho usato il ricordo di esser riuscita a buttar via e far ordine come “cosa bella” a cui pensare se per qualunque motivo mi sentivo triste, ed il fatto di esserci riuscita per stimolo se qualunque cosa mi sembrava difficile
adesso sfoggio con orgoglio il mio sottoscala sgombro a chiunque abbia la sventura di venirmi a trovare :)
Vedi che l’umore è ben diverso, anche se sicuramente al momento della prova Chiara ci ha sofferto un po’.
Morale della favola: coraggio, è solo una punturina.
Ricordartelo può aiutarti molto, e sai cosa può aiutarti ancora di più?
Sentire le storie di successo dalla viva voce di chi ha già provato.
Siamo animali sociali e gregari. Qualcosa può farci paura, ma vedere decine, centinaia di persone che la fanno e ne escono più sane e felici di prima può farci superare la paura più velocemente di qualsiasi bel discorsone.
Puoi leggere molte storie di successo nelle testimonianze di chi ha seguito il mio corso, ma non voglio limitarmi a quelle perché sembra che voglia solo tirare acqua al mio mulino – cosa che ovviamente voglio fare, scherzi? Compra Fai spazio alla vita, se hai problemi di accumulo sarà uno dei migliori investimenti che avrai fatto in vita tua. 30 giorni soddisfatti o rimborsati :-)
Chiedo quindi un favore a te che sei già passata per questo processo:
disagio > coraggio > sollievo > autostima > forza.
Racconta la tua storia nei commenti e mostra a chi è ancora tremante sul bagnasciuga come si sta bene a ballare tra le onde. Parla dei baci e canzoni che hai riscosso nella tua vita una volta affrontata la punturina.
Pensa a come sarebbe stato più facile per te se avessi avuto tante esperienze di altri a incoraggiarti quando hai iniziato, e fai questo regalo a chi è ancora indietro: condividi questo articolo su Facebook con due righe di incoraggiamento o comunque manda qui le persone che potrebbero averne bisogno!