Perché non riesci a fare decluttering (e come sbloccare la situazione)
La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni.
Vogliamo parlare della strada verso uno spazio soffocante e caotico?
Per moltissimi, il decluttering resta un “vorrei ma non riesco”.
A occhio, almeno l’80% delle persone che si avvicinano al decluttering – e in generale alla “semplificazione” della vita domestica – partono entusiaste, e dopo qualche primo superficiale progresso, si ritrovano puntualmente al punto di partenza.
Spesso, non arriviamo neppure ai primi risultati, perché quando è il momento di AGIRE, accampiamo scuse o semplicemente ci sentiamo “bloccati”, non si sa bene da cosa.
Che cos’è a bloccarci?
Non c’è tempo?
Non sappiamo da dove iniziare?
Non sappiamo come smaltire la roba?
Balle.
Il vero motivo del blocco è poco visibile, ma è molto semplice: dentro di noi c’è un conflitto di bisogni.
Il motivo per cui siamo attratti dal decluttering è che una parte di noi vuole soddisfare certi bisogni, come ad esempio:
- trovare le cose quando ne abbiamo bisogno
- sentire di poterci muovere e pensare liberamente
- avere lo spazio per svolgere un’attività quando ci serve
- evitare gli sprechi che pesano sulle nostre finanze
Peccato che un’altra parte – quella che CREA E CONSERVA gli accumuli (esatto: non nascono spontaneamente in casa nostra come la muffa) stia perseguendo bisogni molto diversi, ad esempio:
- esorcizzare la paura della privazione
- eliminare una sensazione di vuoto interiore
- creare intorno a noi una barriera protettiva contro un mondo esterno che vediamo come pericoloso e ostile
- avere un’identità chiara e ferma, che temiamo di vedere dissolta se lasciamo andare i “pezzi di vita” che conserviamo
Ora ti chiedo: secondo te, questo è un problema che si risolve con “brillanti trovatine” organizzative?
Gran parte di quello che trovi sull’argomento decluttering, infatti, è fatta di “brillanti trovatine”: la piegatura lampo, i contenitori a scomparti, i sistemi di etichettatura…che a vederli in foto ci si commuove di fronte a tanta scandinava perfezione:
Io che ho una mente sospettosa e indagatrice, mi sono chiesto perché mai gli accumulatori non risolvano più spesso il loro problema, nonostante queste brillanti trovatine risultino particolarmente attraenti e apprezzate proprio da loro.
Alla fine, ho trovato una possibile risposta nell’edizione giapponese di Psychology Today di maggio 2003:
Dopo una serie di esperimenti durata 12 anni, gli scienziati del prestigioso Massachusets Institute of Technology hanno scoperto che i contenitori a scomparti NON sono capaci di dividere gli oggetti e tenerli in ordine da sé.
La ricerca ha infatti concluso in modo definitivo che – a dispetto della chiara struttura logica evidenziata nella fattura di siffatti contenitori – è tuttavia richiesta un’azione umana (!) per selezionare e distribuire gli oggetti al loro interno.
È in corso una campagna di raccolta fondi per la ricerca che dovrà accertare se, una volta selezionati e distribuiti, gli oggetti restino ordinati nel loro contenitore a scomparti anche se la persona che usa gli oggetti è un “castoro” recidivo con l’aggravante della casinite cronica.
Nel mostrare al pubblico questa prova di laboratorio, il direttore della ricerca Iguana Kaizen ha commentato: “ho dovuto vederlo con i miei occhi”.
Brillanti trovatine: bocciate.
Allora forse la soluzione sono i “consigli zen” che troviamo listati in bell’ordine in migliaia di articoli su tutta la rete.
Quanta saggezza ragazzi.
E te la danno anche in comode pillole che a volte fanno davvero la storia della disciplina. Eccone una tratta da un articolo della sorridente Emily Co su PopSugar.com:
Non tenere gli oggetti per senso di colpa
Sono sicura che hai una o due cose per casa che tieni per senso di colpa. Forse è una felpa che la dolce zia Betty ha sferruzzato per te a Natale e che non metti mai, o quel vestito appariscente per cui hai speso davvero troppo. È arrivato il momento di essere brutale e sbarazzarti di tutto.
Daaaavvveeeero??? Ma è meraviglioso!
Grazie Emily, come faremmo senza di te???
No, aspetta però, mi punzecchia un dubbio: se potessimo semplicemente agire in un certo modo a prescindere da che emozioni e sentimenti proviamo quando dobbiamo gestire gli oggetti, non ci sarebbe nemmeno il problema, no? Ops…
E ora la ricetta di zia Emily per un girovita da top model e una pelle sempre giovane e fresca: “mangia solo cose sane e in giusta quantità”.
Prendete appunti, mi raccomando.
Allora, possiamo per favore farci un bagnetto di realtà?
1. Nessun supporto esterno e brillante trovatina risolve il problema se la persona che accumula non modifica le sue ABITUDINI.
2. Le abitudini sono programmi psicologici profondamente radicati e non si possono modificare dicendo “fai la cosa giusta!”
Il comportamento di accumulo si radica in convinzioni e risposte inconsce profondissime. Il problema del clutter è sostanzialmente psicologico, e le soluzioni vanno cercate a livello psicologico.
Se vuoi veramente cambiare la qualità del tuo spazio, devi cambiare la relazione che hai con gli oggetti. Non è questione di organizzazione.
La mancanza di organizzazione è un sintomo del problema, non una causa.
Liberarsi degli accumuli cambia la vita per sempre, ma per farlo non ci sono percorsi facili e veloci, e non è onesto sostenerlo. Non è un problema che si risolve con un manuale da 10 euro e una gita all’Ikea.
Il motivo per cui le nostre case si riempiono di oggetti inutili è che usiamo gli oggetti come “soluzione” per calmare momentaneamente dei malesseri interiori.
E il motivo per cui, quando ci avviciniamo al decluttering, siamo attratti dalle trovatine brillanti e dalle liste di consiglietti vuoti è in fondo lo stesso: cerchiamo sollievo da un malessere e lo vogliamo immediato e senza fatica.
Mi spiace essere latore di cattive notizie, ma queste “soluzioni” di solito non fanno altro che peggiorare il problema.
Notizie però ne ho anche di buone.
Liberarti dell’accumulo non è nemmeno così difficile una volta che entri nel giusto ordine di idee.
Qual è il giusto ordine di idee?
Semplice: il decluttering non riguarda gli oggetti, riguarda la tua persona.
Non è un’incombenza domestica. È ricerca interiore e crescita personale.
Il mio consiglio: lascia perdere trovatine e pillole zen – che sono clutter anch’esse – e concentrati sull’esplorazione delle reali motivazioni alla base del tuo comportamento.
Non farlo con l’idea di “risolvere il problema”, ma di conoscerti meglio, vedere cosa esce fuori, con atteggiamento esplorativo.
Smetti di pensare nei termini “la casa fa schifo devo fare qualcosa”, e comincia a pensare nei termini “la casa riflette delle dinamiche interiori che mi stanno creando malessere, come posso usare questa corrispondenza per migliorare me stessa e generare benessere?”
Ecco un semplice esercizio con cui puoi cominciare l’esplorazione e sbloccare il tuo decluttering.
1. Scegli 7-8 oggetti “importanti” che tieni anche se non usi in alcun modo.
(E se provi a farne una lista completa, potresti accorgerti che sono MOLTI più di quando pensassi!)
2. Per ognuno degli oggetti scelti rispondi per iscritto a queste domande:
- perché lo ho acquisito, o ho lasciato che entrasse in casa?
- perché lo conservo?
- che cosa provo all’idea di lasciarlo andare per sempre?
- che cosa ho paura che succeda? che cosa ho paura di perdere?
- se non avessi quell’oggetto, penso che le persone che mi circondano mi vedrebbero diversamente? in che modo?
- lo sto tenendo per dimostrare qualcosa agli altri? per evitare di apparire in un certo modo? per soddisfare delle aspettative? per sostenere una certa immagine di me?
- in quali modi il valore della mia persona si manifesta agli altri anche senza la presenza di quell’oggetto?
In conclusione: il miglior punto di partenza per fare veri progressi nel decluttering non è un qualche metodo pratico e tanto meno l’acquisizione di altri oggetti “intelligenti”; è aumentare la nostra consapevolezza dei processi psicologici in atto dentro di noi.
Strano ma vero, per molti il decluttering è una pratica di crescita personale così efficace da farti “svoltare” più di tanti terapie psicologiche (non lo dico io, lo dice chi ha seguito il mio corso).
E tu? Quali sono le tue esperienze con trovatine e pillole?
Hai mai pensato al decluttering come percorso interiore? Se sì, che effetti hai visto?
Raccontaci la tua esperienza nei commenti qui in basso!