Fare SPAZIO o fare ORDINE? Come iniziare se non vuoi perderti per strada - Decluttering Efficace
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Fare SPAZIO o fare ORDINE? Come iniziare se non vuoi perderti per strada

 

Lucia mi scrive:

E’ molto tempo che mi dibatto su questo problema del decluttering ed ho ottenuto anche delle soddisfazioni. Ma poi c’è sempre lo stesso ostacolo: prima di tutto metto in ordine, perché solo nell’ordine capisco quante cose ho e quali posso eliminare. Quindi mi è difficile fare un angolo alla volta o una stanza alla volta, perché ogni oggetto che prendo in considerazione deve essere collocato al suo posto, magari in un’altra stanza. Ma se trovo anche l’altra stanza immersa nel caos, non ci capisco più nulla e mi scoraggio …. ahimè!

Cara Lucia, il tuo è un problema che prima o poi nel decluttering incontriamo quasi tutti.

Di solito più prima che poi.

Ti inquadro la situazione da un altro punto di vista che può aiutarti a uscire da questo stallo.

“prima di tutto metto in ordine, perché solo nell’ordine capisco quante cose ho e quali posso eliminare”

Qui stai cercando di prendere il controllo dei tuoi oggetti. Sfortunatamente, il problema di avere troppe cose è proprio che ne perdiamo il controllo. Non sappiamo più quali oggetti possediamo, figuriamoci come collocarli in casa per ottenere il massimo comfort.

Come vedi da te, affrontare il decluttering in questo modo lo rende un’impresa disperata:

“trovo anche l’altra stanza immersa nel caos, non ci capisco più nulla e mi scoraggio …. ahimè!”

Il motivo per cui ti scoraggi è che parti con un obiettivo irraggiungibile: il controllo completo degli oggetti che possiedi in questo momento, anche se sono in eccesso.

Il fatto è che l’accumulo di oggetti in eccesso – quasi per definizione – ne rende impossibile il controllo.

Perciò, per recuperare il controllo devi prima eliminare l’eccesso.

Detto in parole povere: se vuoi davvero fare ordine, devi PRIMA fare spazio.

Prima spazio poi ordine

Se parti con l’idea di “mettere in ordine”, ti scontri ben presto con la dura realtà: superato un certo numero di oggetti, ci risulta impossibile dargli un ordine ben definito.

Oltretutto, anche se ci riuscissi, faresti del lavoro inutile: perché perdere tempo a mettere in ordine oggetti che in seguito dovrai comunque eliminare?

Molto più facile e rapido procedere in questo modo:

1. scegli uno spazio limitato, magari circoscritto da un mobile (ad esempio una credenza, o addirittura un solo ripiano in uno sportello)

2. tira fuori TUTTO

3. scegli le cose che vuoi tenere, e metti da parte tutte le altre (si lo so, come si dividono? come si organizza l’eliminazione? quello è tutto un altro capitolo…)

4. rimetti a posto gli oggetti che hai scelto di tenere, nell’ordine migliore che trovi in quel momento, senza perderci troppo tempo perché sai che è un ordine provvisorio

5. se ci sono oggetti che pensi di dover spostare, benissimo, spostali e mettili nella zona in cui è più probabile che finiscano a lavoro finito. Li metterai in ordine quando arriverai a lavorare su quella zona.

“Cioè nel frattempo li devo lasciare in disordine???”

Sì, perché, vedi un’altra soluzione?

Questa è la Cappella Sistina:

Cappella SistinaB

Carina, vero?

Vedi sotto l’arco in fondo a destra la donna bionda che spintona quella poco sotto come per dire “e spostati, che non ci vedo”?

Ecco, quando Michelangelo dipingeva quella, l’ometto imbronciato col cappello rosso sopra la terza finestra a sinistra dal fondo era ancora uno sgorbio abbozzato a matita.

Lo è rimasto per due anni e mezzo (e lo ha anche rifatto undici volte).

Per un decluttering completo ci vuole molto meno se procedi con metodo. Ma il principio è lo stesso: non si può fare tutto insieme.

E questo significa che dobbiamo lavorare sulla zona A sapendo che le zone B, C, N, H, Y sono e resteranno ancora a lungo un casino totale. 

Che oggetti contengono? Dove li metteremo? Non lo sappiamo, non con certezza.

La maggior parte di queste aree non sono nemmeno ancora sgorbi a matita.

E questo ci blocca.

Spesso ci blocchiamo di fronte a un problema perché abbiamo la pretesa di risolverlo tutto insieme, e di SAPERE come esattamente metteremo le cose a posto, prima ancora di metterci al lavoro.

Il motivo per cui vogliamo sapere è più profondo del problema pratico superficiale.

Il vero motivo è che abbiamo paura, paura di fallire, di non riuscire a risolvere il problema e continuare a subirlo, di provare che siamo degli inetti, quindi non valiamo niente, quindi non siamo degni di rispetto e amore, eccetera, eccetera.

Per calmare la paura e il disagio, cerchiamo disperatamente delle “soluzioni definitive”, cerchiamo una “sistemazione” certa e immutabile, su cui potremo sempre contare. È vero nel decluttering come in tanti altri campi della vita (per esempio, nel cercare lavoro, o nel cercare un partner).

Ma il decluttering non funziona così, e di solito nemmeno la vita.

Qui non ci sono soluzioni esteriori.

C’è solo una soluzione interiore: accettare e tollerare l’incertezza.

La capacità di lavorare al problema, di perseguire sistematicamente l’obiettivo, tollerando l’incertezza dell’esito, è proporzionale all’autostima.

È anche un ottimo predittore di successo, perché chi continua a darci dentro nonostante l’incertezza ha probabilità infinitamente più alte di avvicinarsi all’obiettivo di chi si blocca o si tira indietro per paura di fallire.

Chi arriva alla meta è sempre qualcuno che accetta di progredire in modo imperfetto, “sporco”, e incerto. Pur di progredire.

Spazio e ordine 03

In fondo è molto semplice: se elimini anche solo un oggetto, pur ignorando come farai a eliminare e sistemare tutti quelli che ti separano dalla casa che vuoi, ti sei avvicinato all’obiettivo.

Se stai lì a romperti la testa nel tentativo di fare il decluttering “perfetto”, senza perdere oggetti utili, senza creare disordine mentre fai il lavoro, eccetera, ma alla fine non elimini niente, NON ti sei avvicinato all’obiettivo.

È un principio basilare di tutta la crescita personale e del successo in ogni campo: tentare di controllare ogni dettaglio porta alla paralisi. 

Per progredire devi prendere un obiettivo e muoverti in quella generale direzione seguendo il percorso più economico che riesci a individuare al momento, correggendo il tiro mentre procedi.

E lasciando che le briciole cadano dove cadono.

Briciole

In conclusione, cara Lucia, l’unico modo che io conosca per superare il tuo impasse è sacrificare una perfezione ideale a un progresso reale, imparando a tollerare il disagio di un temporaneo disordine.

Più impari a tollerare l’imperfezione e l’incertezza, più progredire diventa facile e veloce, nel decluttering e nella vita.

Prova a vederla così: cosa ti farà stare meglio,

A) liberare il tuo spazio con tutti i benefici che ne conseguono,

oppure

B) evitare il disagio di non sapere esattamente come collocherai ogni singolo oggetto?

Buttati e taglia il nodo, ti sentirai meglio.

E a te che leggi, capita mai di bloccarti perché ti sembra che quello che puoi fare subito sia troppo “sporco” e imperfetto?

Se pensi che sia un problema di molti, condividi l’articolo con i tuoi amici!

E se hai già tagliato qualche nodo, fatti sentire nei commenti qui sotto, darai agli altri una bella spintina via dalla perfezione illusoria, verso un progresso reale :)

 

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Ilaria Biganzoli

Mi piace molto la prima figura delle palline, direi che è il passaggio fondamentale: you don’t need more space you need less stuff… ricordi Lorenzo? Me lo ripeto spesso quando mi sembra di non trovare posto alle cose. E invece è proprio vero: quando si riducono gli oggetti l’ordine appare come per miracolo.

Spesso l’obiezione al declutter è che ‘ci vuole troppo tempo’ perchè si pensa al risultato finale e non al percorso. Invece il bello è proprio questo viaggio negli oggetti e in noi stessi, nelle nostre paure, attaccamenti, ansie ecc. ecc.
Per capirlo ho dovuto cominciare con piccoli spazi: sistemare un cassetto era un divertimento, affrontare una stanza mi faceva stramazzare di paura. Allora mi sono detta: accontentati del cassetto.
Quando poi ho deciso di affrontare mucchi di cianfrusaglie molto impegnativi, per incoraggiarmi andavo a rivedere quel piccolo angolo sistemato e mi dicevo: avanti, ce la puoi fare!

Poi certo la casa perfetta non esiste proprio perchè… cambia con noi!
Quello che oggi mi sembra indispensabile domani sarà magari inutile… chissà… Ma saper scegliere quello che mi piace e mi fa stare bene è fondamentale, in questo il declutter mi fa fare passi da gigante. E non parlo solo di oggetti…

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Orsogiona

Caro Lorenzo vorrei lasciare una doppia testimonianza per Lucia: vedendo quanto erano tutti bravissimi a liberarsi delle loro cose io ero davvero ormai vicina al collasso; non tanto per il COSA far sparire ma per il COME: possibile che tutti trovassero il mercatino dove vendere i loro oggetti o gli amici a cui regalarli o i cassonetti adatti a depositarli ed io no? E intanto il mucchio degli oggetti da dare via temporaneamente sistemato in garage cresceva e cresceva… come la mia frustrazione. Oggi il miracolo! Si è fatta viva una ragazza per una caffettiera e al mio invito a dare un’occhiata al resto si è portata via quasi tutto. Alla fine ci siamo abbracciate come amiche di vecchia data: lei contenta dei suoi acquisti e io della mia nuova leggerezza. Forse a volte il problema è anche questo “dove ficco nel frattempo queste cose per NON ritrovarle in casa?

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    Lorenzo Durand

    Notevole… :)

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    Ilaria Biganzoli

    Bene, bellissimo il miracolo! A volte bisogna solo crederci… La mia esperienza con i mercatini è buona ma ormai ce ne sono talmente tanti che bisogna scegliere. Io vado in uno storico (25 anni) dove sono molto precisi, caricano tutto sul computer e hanno un buon giro di gente. Però sono molto selettivi e tengono prezzi bassi. Così alcune cose più ‘appetibili’ le ho vendute su http://www.subito.it però devi tenertele in casa e ci vuole più impegno per i contatti, ecc.. Però il successo è sempre stato pieno. Mal che vada resta Emmaus (che prende tutto ma non dà un becco d’un quattrino). Gloria in excelsis… funziona anche quella!

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Isabella

A me è capitato purtroppo che per cercare di fare ordine ho dato via delle cose di cui a distanza di pochi giorni (il tempo di realizzare) ho sentito terribilmente la mancanza perché erano cose che mi piacevano.La cosa che poi mi ha fatto disperare di più è stato il fatto che tutto sia avvenuto dopo, non riesco a trovare una spiegazione logica a questo comportamento: perché ho capito dopo e non mentre smistavo le cose da eliminare e quelle da tenere

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