Il decluttering e la scala della libertà - Decluttering Efficace
46

Il decluttering e la scala della libertà

“Eeeeh, vorrei anch’io fare spazio, il mio problema sono i libri, vorrei sceglierli ma non ho mai tempo e poi moltissimi non li ho mai letti, ora che li ho comprati mi dispiace darli via, come faccio? Il decluttering non va bene per me”. 

Anni fa restavo perplesso di fronte a queste dichiarazioni.

La risposta istintiva sarebbe stata: mi stai dicendo che in una casa di 90mq in cui vivete tu e due gatti, in cui fai fatica a trovare i vestiti da metterti perché cassetti e armadi ricordano la metro di Roma all’ora di punta, negli sportelli in cucina ci sono cibi scaduti da anni, e nella stanza “degli ospiti” hai due televisori degli anni 80, una sdraio da spiaggia e un cavalluccio a dondolo, tu non puoi fare spazio perché hai dei libri che non hai mai letto?

Oggi capisco meglio la situazione.

Gli accumuli non sono un “incidente”.

Sono la soluzione migliore che una psiche ferita trova in quel momento al problema di come calmare il dolore di una privazione, che può essere materiale o, più spesso, affettiva.

Gli oggetti accumulati sono una specie di “armatura” che abbiamo eretto contro il dolore, contro l’incertezza minacciosa di un mondo in continuo e imprevedibile cambiamento. Semplicemente, spogliarsi dell’armatura e imparare a superare il dolore non è una prospettiva attraente per la parte di noi che se ne è rivestita.

In generale, di fronte alla possibilità di “uscire dal rifugio”, quella parte risponde creando giustificazioni apparentemente razionali per evitare la fatica e il momentaneo disagio della guarigione.

Ma nel caso specifico dell’obiezione “per me fare spazio è difficile perché ho X”, interviene anche un altro meccanismo.

Come ci insegnano le neuroscienze,
il cervello è un “problem-detector”: un cerca-problemi.

La sua attenzione è attratta molto più intensamente dai problemi che dalle opportunità, per semplici ragioni di sopravvivenza: un frutto basso non può ucciderti, un leone in agguato sì. 

Scala della libertà01

 

La nostra tendenza innata, quindi, è guardare all’aspetto più difficile di una situazione, a quello che può potenzialmente creare più problemi e ostacoli.

Questo riduce di molto la probabilità di venire investiti ogni volta che attraversiamo la strada, ma ha un grosso inconveniente.

Quando ci troviamo in periodi di vulnerabilità, insicurezza e bassa autostima (come di solito succede a chi accumula), il problem-detector crea una pesante distorsione cognitiva: a forza di concentrarsi sui problemi, cominciano a sembrare molto più grandi di quello che sono, e le opportunità molto più scarse di quanto siano in realtà.

Quando pensi al decluttering di casa tua, probabilmente ti fai scoraggiare dagli aspetti più difficili:

“E gli oggetti di tipo X, come faccio?”

“Piercarlo non accetterà mai di eliminare Y!”

“E se poi Z mi manca nel momento del bisogno?”

Ma guardando agli oggetti più difficili, cadi nell’illusione che liberare spazio e distaccarsi dagli oggetti sia difficile in assoluto. 

La realtà è molto diversa: per ogni oggetto X che non sai come gestire, ce ne sono centinaia che saprai gestire benissimo. Per ogni oggetto Y su cui vige il veto di Piercarlo, ce ne sono chissà quanti di cui gli importa come delle unghie tagliate. Per ogni oggetto Z che hai paura di eliminare, puoi trovarne in quantità che elimini addirittura con sollievo.

E ora un’ottima notizia…

Per liberare spazio, gli oggetti facili non valgono meno dei difficili. Nessuno ti dà dei punti di felicità in base al tipo di oggetto che togli dalla barriera.

Un metro cubo di spazio recuperato da elenchi telefonici scaduti e giornali vecchi non ti fa sentire meno libero e leggero che se lo recuperassi da libri legati alla tua storia famigliare.

Semmai, è il CONTRARIO.

Sforzarsi di eliminare oggetti che ti risultano troppo difficili in quel momento può rivelarsi un’esperienza così spiacevole da farti “rimbalzare” nelle abitudini di accumulo in cerca di sicurezza e conforto emotivo.

Eliminare gli oggetti facili, invece, risulta in un’esperienza più leggera e piacevole, ma soprattutto, può innescare un circolo virtuoso.

Infatti, la soddisfazione di una vittoria facile

1.  ti spinge a ripetere l’esperienza
2.  aumenta la tua autostima, la fiducia nelle tue abilità di decluttering

Scala della libertà02

 

Questo piccolo rinforzo positivo fa sì che, dopo un decluttering di oggetti “facili”, quelli “difficili” ti appaiano meno difficili. Perciò, se continui semplicemente a lavorare sugli oggetti che trovi più facili, entri in un circolo virtuoso che io chiamo…

La scala della libertà

Se consideri tutti gli oggetti di troppo che hai in casa, troverai che alcuni sono più difficili di altri da eliminare. Immagina di ordinarli in una scala da 1 a 5, dove 1 è il più facile e 5 il più difficile.

Il tuo primo passo è occuparti degli oggetti di livello 1, i più facili. La soddisfazione e il senso di leggerezza e libertà generati dal decluttering di livello 1 sono uguali o superiori a quelli che proveresti con oggetti di livello 5, quindi perché sforzarti?

Continua semplicemente a lavorare sugli oggetti di livello 1 finché non li esaurisci.

Ora che li hai esauriti, puoi finalmente passare agli oggetti di livello 2, ma…un momento. Che cosa è successo nel frattempo?

Qualcosa è cambiato, perché quello che prima ti sembrava un oggetto di livello 2 ora è facile come un oggetto di livello 1! Guardi agli oggetti di livello 3 e scopri che ora il loro livello di difficoltà è 2, e così via. Il livello 5 non esiste più: ci sono solo 4 livelli.

 

Woman Interior; Shutterstock ID 173814428; PO: 100 47953; Job: Shutterstock; Other: Public Affairs

Quindi cosa fai?

Semplice: continui a lavorare sugli oggetti che ora sono di livello 1, generando ogni volta nuovi rinforzi positivi. 

Quando arriverai alla fine di quel livello, gli oggetti che hanno iniziato come il livello 3, ora saranno il nuovo livello 1!

In questo modo, non dovrai MAI occuparti degli oggetti “difficili”, perché quando ci arriverai…non saranno più difficili.

In sintesi:

1. Se ti capita di rimandare il decluttering perché gli oggetti di tipo X ti sembrano un ostacolo insormontabile, IGNORALI, e ricerca attivamente tutti gli oggetti che ti risulta più facile eliminare.

2. Continua a eliminare gli oggetti più facili fino all”esaurimento scorte”

3. Passa al livello successivo, che ora sarà diventato facilissimo a sua volta!


 

Hai mai sofferto di “cerca-problemite”? Quali sono per te gli oggetti più difficili? Diccelo nei commenti qui sotto, io e gli altri aficionados di Decluttering Efficace ti aiuteremo a trovare quelli più facili! :)

P.S: non lasciare il sito senza aver provato orrore e disgusto all’idea che, tragicamente, lo sbucciamela a manovella esiste davvero…ed essendo fatto di plastichetta da sorpresina Kinder, si romperà nel giro di un mese.

Scala della libertà04

 

Clicca qui per lasciare un commento qui sotto 46 commenti
Antonella Malaguti

stupendo articolo e molto molto divertente!!! :-) io da mesi a questa parte (da quando ho iniziato il decluttering) non ho praticamente più voglia di comprare. nn che prima fossi una grande amante dello shopping, ma ora non sento alcun senso di privazione per tutti quegli oggetti che lascio nelle vetrine. a volte mi trovo perfino sollevata del fatto che se li continuino a gestire i negozianti… a esporli, spolverarli, scartarli, imballarli…. ahh che bello che non tocca a me!!! ;-) lo sbucciamela mi repelle :-)))
grazie lorenzo, sempre prezioso <3

Rispondi
    Laura

    Complimenti ottimo articolo, molto divertente, io il decluttering lo sto praticando da anni non da mesi il motivo è che sono stata costretta a portarmi a casa un sacco di roba che avevo nel mio studio che ho chiuso anni fa, in più con un sacco di cose di famiglia che piano piano ho eliminato, varie enciclopedie e oggetti di ogni tipo, adesso la situazione è molto migliorata mi sono liberata di tante cose. quello che occupa ancora un sacco di spazio é l’archivio fotografico, anche se anche lì ho messo mano riducendo il materiale sempre di più, ma il volume è sempre considerevole. in questo momento non ho la possibilità di prendere un altro studio sebbene mi piacerebbe. accetto volentieri suggerimenti, quello che ho capito è che questa cosa va fatta continuamente, perché delle cose in casa entrano comunque, grazie a chi vorrà rispondere e anche a tutti gli altri.

    Rispondi
      Lorenzo Durand

      Ciao Laura,
      praticamente sei sotto assalto..! :)

      Le foto sono un classico, moooooolto lente da rivedere e scegliere.
      Verissimo che il decluttering deve essere un abitudine, non un intervento episodico, quando capisci questo sei già a buon punto.

      Di idee per “lavorare ai fianchi” la massa di roba concentrandosi su oggetti facili ne ho parecchie, ma prima voglio sentire cosa dicono gli altri…

      Rispondi
      Ilaria Biganzoli

      Ciao Laura,
      cambiare studio mi sembra un’orttima idea: ti consiglio di cercarlo più piccolo! Ci guadagni 2 volte: incassi la differenza e ti liberi di un bel po’ di zavorra.
      L’archivio fotografico si può digitalizzare… ci hai mai pensato? Certo è un grosso lavoro ma sono sicura che mentre lo fai elimini un sacco. Se invece sono foto di valore puoi sempre fare una donazione.

      Sul fatto che le cose in casa entrano comunque avrei qualche dubbio… Abiti in un suck? No dai, scherzo ma insomma, bisogna un po’ prendersi la responsabilità dei propri spazi. Comunque hai ragione: visto il bombardamento cui siamo sottoposti occorre sempre avere le antenne alzate e mettere in conto un periodico giro anti-fuffa.
      Si può fare…

      Rispondi
    Lorenzo Durand

    Grazie a te Antonella, è sempre un piacere sentirti! Notevole lo sbucciamela eh? Ma non è ancora la vetta del clutter assurdo, posso fare di meglio…quasi quasi comincio a mettere un oggetto da boicottare alla fine di ogni articolo, tempo due mesi è una galleria dell’orrore :)

    Rispondi
      Ilaria Biganzoli

      Io proporrei un museo… Per ogni oggetto bisogna indovinare il tempo che ci impiega per passare dalla vetrina alla discarica. Guarda che sarebbe davvero educativo!

      Rispondi
        Lorenzo Durand

        Idea geniale, ma allora ne farei un sito o un videogioco. I musei, lo sai, occupano spazio :D

        Rispondi
          Ilaria Biganzoli

          A parte che con tutto il declutteraggio che facciamo prima o poi uno stabile da destinare a Museo del Declutter salta fuori e vista la valenza sociale, troviamo anche i fondi per gestirlo… Ma se preferisci un sito o un videogioco… perchè no? Vedrai che fra poco ci fanno un format TV… O c’è già? In USA di sicuro…

          Rispondi
          Lorenzo Durand

          Ovviamente c’è ed è anche tradotto, “Sepolti in casa”. Su youtube ne trovi parecchi.

          Rispondi
    eleonora

    Non è così per tutto o tutti. Cosa darei per riavere i libri della mia infanzia e adolescenza che una imbecille di famiglia ha buttato! O cosa darei per avere il diario di mio nonno (classe 1886) che mia zia ha buttato?! Io conservo tutto, tutto quello che ha riempito e riempie la mia vita…. sono contro il consumismo ma non dite cose che nn valgono per tutti. Varranno per voi, ma nn per me. Pax et bonum

    Rispondi
      Lorenzo Durand

      Ciao Eleonora,
      mi dispiace per le tue perdite, sono esperienze che abbiamo fatto in molti e che fra l’altro sono spesso alla radice dell’abitudine ad accumulare anche cose di cui invece in realtà NON ci importa.

      Però non capisco da dove ti sia arrivata l’idea che io consigli di eliminare gli oggetti che ti sono più cari. Se rileggi l’articolo, vedrai che dico esattamente il contrario.

      Infine, qui non si parla di matematica o di tasse, ma di benessere e stile di vita; in questi campi NIENTE vale per tutti, se uno dovesse limitarsi alle verità universali dovremmo rinunciare a parlare punto e basta.
      Non mi illudo che i miei consigli siano sempre perfetti per tutti, se per te non funzionano…non seguirli. Ma accetta che per altri funzionano eccome.

      Rispondi
Ilaria Biganzoli

Grande sbucciamela! Io gli farei un monumento in centro a Milano… in plexiglass con un piedestallo di balle delle discariche: PIAZZA DANNI (dell’inutilità)… me la vedo… roba da portarci le scolaresche!

Provo a rispondere alla tua domanda: all’inizio gli oggetti più difficili mi sembravano quelli COSTOSI anche se inutili. Ho cominciato dai più ‘estranei’ e ho scoperto che si vendono (o regalano) facilmente. Il che mi ha incoraggiata molto.
I RICORDI sono un bel macigno…Ma come dici tu, quando si crea spazio intorno perchè hai eliminato cose ‘facili’ li vedi con altri occhi. Ne ho ancora un bel mucchio. Piano piano… è materiale esplosivo… Ahahahah!
Anche i DOPPIONI a volte mi creavano problema… non riuscivo a scegliere quale tenere… buffo no?
Più difficili in assoluto sono le COSE COMUNI o proprio di figli e marito. Eeeheh… lì… pazienza… tanta diplomazia e… voltare gli occhi sulle MIE cose ogni volta che mi sorprendo ad arrabbiarmi per gli ingombri degli altri. Ma abbiamo tutti fatto progressi, non posso lamentarmi: chi prima chi dopo… lo spazio e il benessere sono contagiosi!

Bellissime le tue considerazioni sul buonumore: anche per me è il miglior metro di misura per capire se sto andando nel verso giusto.

Quanto al cerca-problemi… uuhuhuhuuuh… mi sento maestra. Ed è una malattia che nel mio caso viaggia con il virus dell’indecisione. Quindi anche qui grande allenamento sul ‘facile’. Sacchi e sacconi di fuffa sono la migliore palestra per imparare a dare il giusto peso alle cose, diventare consapevole delle mie decisioni, scegliere! Sperando di passare un giorno anche a piani più complessi e delicati (persone, lavoro, casa…) ma questa è un’altra storia.

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Ciao Chiara!
    Beh adesso ci dirai anche i tuoi facili, dopo tutto sei stata proprio tu a ispirare l’articolo con quel commento sulla cantina e il lancio con il paracadute…;)

    Rispondi
      Ilaria Biganzoli

      Vediamo…
      I più facili in assoluto sono gli oggetti nuovi, mai usati. Se poi sono ‘infognati’ negli armadi o in cantina il passo verso l’uscita è davvero velocissimo. Per me sono abbastanza facili anche i libri.

      Sono stata molto rapida con i vestiti da lavoro (siamo in campagna e davvero si riducono in uno stato pietoso).

      Poi direi quelle cose che non puoi più di vedere ma non osavi buttare. Mi viene in mente una vecchia libreria legata ad un periodo piuttosto triste della mia vita, che girava per casa da anni (25…almeno…). Era tutta scancanata per cui la riempivo di oggetti, vestiti, pezze… un macello. Ho provato a ripararla, verniciarla, spostarla. Niente. Quando l’ho vista con gli occhi del declutter come una cosa che non aveva più senso nella mia vita attuale è VOLATA letteralmente nel cassone del legno in discarica. Senza se e senza ma. E l’omino che mi ha aiutato ha pure detto: è legno ma non vale niente, troppo leggero.

      E per finire… calzini e mutande. Vogliamo parlarne? Basta chiedersi: se le vedessi su un’altra persona cosa penserei di chi le indossa? Ahahahhh! Ridiamoci su valà… che è meglio!

      Rispondi
Patrizia Barsotti

IO HO UNO SBUCCIAMELA A MANOVELLA (di metallo)!!!
Me lo ha portato di regalo mio figlio quando è tornato dalla Danimarca.
Dimmi Lorenzo, come posso buttarlo?
Ho in cantina due scatoloni pieni con tutti i quaderni e i disegni dei miei figli (dalla I° alla V° elementare)!
Come posso buttarli? Non posso farcela!!
AIUTO!!

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Ciao Patrizia,
    purtroppo non ho previsto un premio per chi presentava un vero sbucciamela a manovella…dovevo pensarci, ma tu sentiti vincitrice lo stesso :)

    Uno sbucciamela danese di metallo…caspita, per sommare difficile a difficile sarà anche un oggetto di design con un certo valore materiale. Oddio, COME puoi buttarlo?

    Guarda è il tuo giorno fortunato, ho la soluzione perfetta.

    Sei pronta?

    …NON BUTTARLO.

    È chiaramente un oggetto di livello 4 o 5. Lascialo lì, e sbucciaci qualche mela ogni tanto quando inviti gli amici (come attrezzo è perfettamente inutile, ma come attrazione da festa ci si possono passare dei bei momenti!).

    Buttati sugli oggetti di livello 1 e sali la scala. Un giorno arriverà a livello 1 anche lo sbucciamela di design, e lo venderai al mercatino per 35 euro, che userai per passare un pomeriggio speciale con tuo figlio, che così imparerà a regalare esperienze, anziché oggetti. La qualità della vita, la senti come sale? :)

    Lo scatolone sacro delle elementari dei figli…aaaaaah…”casualmente” mi è appena arrivata una mail FANTASTICA che parla esattamente di questa esperienza!

    Il prossimo post lo dedico a quello, su le antenne :)

    Rispondi
    Ilaria Biganzoli

    Per i disegni io ho fatto un album: ho tenuto i migliori, gli altri via. Qualcuno l’ho appeso e incorniciato, poi ha fatto il suo tempo… ci siamo stufati e i ragzzi stessi hanno detto basta. Quaderni? Cassonetto della carta, semmai qualcuno per ricordo… Tutto finisce, dobbiamo accettare questa semplice verità.
    Se poi vedi queste produzioni giovanili come espresisone di una crescita che invece di evolvere si avvia ad un inesorabile decadimento… beh, ha tutto un altro sapore. VIA. Macero. Nuova carta… alberi salvati… VITA non polvere e muffa!

    Lo sbucciamela… lo usi? Tuo figlio lo usa? Quanti anni fa l’ha portato? Se sei pronta a disfartene è semplice: io lo porterei al mercatino. Se invece è ancora intriso d’amore… beh allora dagli un posto d’onore: piedistallo in sala da pranzo al posto della bomboniera in argento della zia. Quella la vendi e ci guadagni pure! Il bello del declutter è che è molto soggettivo…

    Rispondi
      Patrizia Barsotti

      Grazie Chiara,
      cercherò di scegliere i migliori se riuscirò a decidere quali sono; io sono una bilancia molto indecisa!
      Pensa che i miei figli sono grandi grandi e questi scatoloni hanno resistito a ben a 4 traslochi!
      Comunque prometto che con il vostro sostegno ci proverò!

      Rispondi
        Ilaria Biganzoli

        Per i disegni ti consiglio di metterli tutti in fila sul pavimento. Immagina che stia entrando l’acqua di un’alluvione e fiondati su quelli che vuoi salvare. Gli altri faranno un passaggio di stato (macero? fuoco? tritatutto?) e si trasformeranno in nuova creatività per i tuoi figli e per il mondo. Nulla è perso.

        Rispondi
      Lorenzo Durand

      Chiara sei un tornado su questo post, mi rendi orgoglioso…dì la verità, ormai ti piace così tanto che andresti a defuffare anche le case degli altri per il piacere di fare il falò catartico in giardino…

      Rispondi
        Ilaria Biganzoli

        Mi rendo conto che dare consigli può sembrare irrispettoso e se do questa impressione per carità… fermatemi! Ma so che davvero parlo di cose che ho provato sulla mia pelle, mi sento fiera dei miei successi e se posso risparmiare qualche tormento ad altri sono solo contenta. Falò… falò… Si avvicina la befana. Lo facciamo collettivo? Simbolico ovviamente… Che ne so una bella lista del CIARPAME 2015 che prende fuoco. Mi piacerebbe tantissimo!

        Rispondi
Laura

Bellissimo l’articolo e interessanti i commenti.Terrò nota di tutto. Io ho regalato alcuni libri, una borsa e alcune tende. In più sono riuscita a non comprare nessuna rivista di lavori manuali al Florence Creativity, e nemmeno altri oggetti che sapevo non mi sarebbero serviti. Nel frattempo ho scoperto Pinterest e le riviste non mi serviranno più. Posso trovare di tutto nella Rete.
Grazie a tutt*

Ps. Meraviglioso lo sbucciamela

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Nota di merito per la tempra mostrata di fronte alle riviste del Florence Creativity. Non deve essere stato facile, le “informazioni preziose” che promettono di trasformarci in versioni più belle e brave e valide di noi stessi sono peggio delle sirene omeriche. Bella prova, sorella.

    Rispondi
      Laura

      Per essere precisi le riviste erano del tipo: maglia-cucito-faidate. Quelle con le sirene le ho abbandonate da tempo. Anche perché ho già trovato delle tecniche che mi permettono di essere la “versione migliore” di me stessa. E adesso mi aspetta un’altra sfida, la fiera d’autunno con vendita di prodotti locali e artigianato di vario tipo. Come mi comporterò? Domani sera ve lo saprò dire…

      Rispondi
    Ilaria Biganzoli

    B R A V I S S I M A. Io in questi casi comunque metto anche in pratica il consiglio del Maestro: se proprio qualcosa deve entrare (dopo una Fiera succede…) ne devono uscire almeno 2 o 3. Da trovare immediatamente appena si arriva a casa. Funziona.

    Rispondi
      Laura

      Prezioso consiglio che seguirò sicuramente. Grazie!

      Rispondi
Ilaria Biganzoli

Ho visto qualche pezzetto di ‘sepolti in casa’. Molto americano… Disgustoso è una parola gentile. Da un certo punto di vista è consolante perchè non ci siamo ridotti in quel modo ma se poi penso alla mia cantina-garage effettivamente fra muffa e topi ci sono delle belle schifezze. Coraggio. Grazie per la segnalazione: uno sguardo sul baratro aiuta ad inchiodare i piedi a terra. Mi rendo conto che ho ancora molto da fare.

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Eh, quando dico che la disposofobia è un disturbo mentale in piena regola e che siamo tutti malati chi più chi meno…capisci ora? :)

    Rispondi
      Ilaria Biganzoli

      urca se capisco!

      Rispondi
Chiara

Allora:
-io ho appena buttato regali nuovi nuovi con tanto di etichetta, compresi i regali della neosuocera per natale! mi dispiace. ma perche’ per far contenta lei devo far contenta me?
-quando mi viene da tenere un ‘ricordo’ mi dico: . Sta funzionando! (con mia enorme sorpresa)
-ho appena rinnovato il guardaroba e dato alle societa’ di beneficienza i vestiti che non usavo piu’: ho spiegato alla mia amica che per ogni roba che entra una deve uscire e mi ha guardato come fossi l’oracolo :O eppure non mi pareva di aver detto niente di nuovo, grande o originale..
-gia’ prima odiavo lo shopping, ora MI SENTO IN COLPA: ogni oggetto (che magari mi serve) mi appare coperto di polvere e con la faccia da cane abbandonato che chiede di essere manutenuto… e lo lascio li. Ripeto: anche se magari mi serve. Adesso devo lottare con me stessa perche’ mi sa che mi servono delle scarpe blu ma non le voglio comprare per non doverne sollevare la scatola quando passo l’aspirapolvere nel sottoscala
-grazie Lorenzo per aver ricordato che il cervello e’ un cercaproblemi e perche’: mi stavo gia’ incazzando con me stessa per altre ragioni, adesso le rivedro’ alla luce delle neuroscienze cognitive ;)

Rispondi
Lucia Morellato

Ti ringrazio Lorenzo di mandarmi sempre nuove idee anche se il corso l’ho già fatto. Sono migliorata si, ma…. non basta. Ho scelto una via illusoria, ovvero:
1) Ho cominciato a riordinare per capire cosa buttare e cosa tenere.
2) DOVEVO IMPARARE A MANTENERE L’ORDINE.
3) una volta che ho stabilito il POSTO PER OGNI COSA (un lavoro che non ha fine,
etichettando tutto perché la memoria fa cilecca) la mia vita è migliorata e la
casa è più vivibile.
Però passo la giornata a mettere ogni cosa al suo posto, illudendomi che l’ordine risolva tutto.
Invece l’ordine è facilmente sconvolto dal troppo che c’è: tutte le mie passioni (lettura, scrittura, cinema, fotografia, collage, imparare nuove cose, frequentare corsi di cui prendo appunti che non elimino, nuovi progetti e nuove idee. Anche la casella di posta elettronica è strapiena….
Mi prendo in giro da sola, quando vedo che se mi metto all’opera, la casa cade nel caos per le troppe cose che ho messo in giro e alla fine non ci capisco più nulla: a volte non trovo documenti importanti, pro-memoria e via dicendo.
Mi domando a che livello di gravità è la mia disposofobia….risolvibile? Hopeless?
Libera (non ancora totalmente)

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Dato che sei consapevole della tua condizione di accumulatrice, che vedi chiaramente le dinamiche in atto, e dato che ti stai impegnando per migliorare la tua condizione, direi che a prescindere dalla gravità iniziale del problema, al momento sei più avanti del 95% dei disposofobici.
    Non mollare. Semmai cambia approccio, ripassa il corso dall’inizio e trova dove ti sei discostata troppo dalle istruzioni. Sei più avanti di quanto credi.

    Ho parlato del dilemma spazio/ordine qui:

    https://declutteringefficace.com/fare-spazio-o-fare-ordine-come-iniziare/

    Rispondi
Elisa

SOno proprio all’inizio del mio percorso. Adoro leggere e ho accumulato nel corso degli anni tantissimi libri. …addirittura conservo in mansarda alcuni testi scolastici di 20 anni fa! Leggendo l’articolo penso proprio che il primo passo sarà proprio mettere mano ai libri, portando alla biblioteca quelli dei quali non ho bisogno. … Sarà un lavoro emotivamente impegnativo ma se penserò allo sbuccia mela a manovella tutto mi sembrerà più facile! ;-)

Rispondi
Ricky

Altro ottimo articolo!!!
Complimenti !!

Rispondi
Silvia

Leggo per la prima volta questo articolo e lo trovo straordinario complimenti.
Sono un aspirante decluttering ma ahimè sono in confusione perché non so da dove cominciare.
Purtroppo non abito sola e a parte mio figlio 17 enne che è palesemente antispreco/essenziale..ho un compagno che non butterebbe nemmeno le mutande di 20 anni fa e sua madre che (purtroppo ) vive con noi è ancora peggio.
Aggiungo che è cada loro

Rispondi
Silvia

Ops ho inviato senza completare tanto ero presa a spiegare il mio disagio.
Comunque soffro di shopping compulsivo con il quale mi illudo di riempire i miei vuoti tranne poi ritrovarmi come soffocata nel caos Che ho intorno.
Vorrei tanto dare una svolta decisiva e sentirmi leggera, libera dalla ossessione e dello spendere in cose inutili
E soprattutto dare valore a tutto ciò che non è strettamente materiale.
Grazie
Silvia

Rispondi
Meri

Dunque, domanda, esistono acquisti utili alla liberazione dall eccesso? Esempio, mi compro il Kindle ed evito accumulo di libri, mi faccio fare un vestito dalla sarta ed evito 50 stracci da combinare ogni volta perdendo un’ora, insomma ci siamo capiti. E come gestire questa buona idea che a volte si trasforma in un piede di porco x far rientrare la compulsione da compere?

Rispondi
    Lorenzo Durand

    In breve, la risposta è sì. Il Kindle è un ottimo esempio. Come evitare che si trasformi in una scusa per comprare? Metti un compito di alleggerimento come condizione dell’acquisto. Ad esempio, datti il compito di eliminare due scatoloni di libri in eccesso prima di comprarti il Kindle come “ricompensa”.

    Rispondi
Meri

Ciao a tutti. Sugli oggetti ci lavoro da secoli, e finalmente trovo un percorso ben strutturato di qualcuno che ha avuto la geniale idea di dare importanza a questo problema apparentemente terra terra ma fondamentalmente filosofico ed esistenziale. A tal proposito chiedo se da qualche parte affronti la questione della pulizia anche nella scelta delle attività, perché anche in quelle c’è da capire cosa è un vampiro energetico. Spesso si sente dire puoi fare tutto, non avere tempo è solo una scusa, se ti organizzi il tempo lo trovi. Certo, così aggiungi un corso di meditazione e ti trovi a correre come un pazzo x incastrarlo nella tua vita, x fare un esempio, e magari poi trovi il tempo anche x la palestra e a casa ti abbuffi x compensare stress noia e fatica, insomma, spero di essermi spiegata. Grazie intanto x tutto questo

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Ti sei spiegata perfettamente.
    Più che filosofico definirei il problema “psicologico”, e “culturale”.

    I meccanismi che ci spingono ad accumulare oggetti non sono molto diversi da quelli che ci spingono ad abbuffarci per compensare un vuoto interiore.

    Secondo me ci sono fondamentalmente due tratti della cultura contemporanea che generano “l’epidemia delle cose” insieme a tanti altri problemi della società postmoderna:
    – l’assenza di significato e di scopo nella vita
    – la dissoluzione di ogni senso del limite

    Il primo ti crea dentro un buco senza fondo e ti spinge a compensare con gratificazioni superficiali ed effimere, che sia acquistare e raccogliere oggetti, seguire fanaticamente lo sport, o il cibo, o fare soldi, o i social network, o il porno, etc.
    Il secondo ti porta a pensare che tutto è permesso, tutto è possibile, se vuoi puoi, compra adesso e paghi tra un anno, etc.

    Se affronto la questione della selezione, della focalizzazione anche nelle attività? Sì certo, attività, progetti, relazioni. I principi di fondo sono sempre gli stessi, e praticamente tutto il manuale del mio primo corso è dedicato a sciogliere quelli. La differenza del corso che ho voluto creare sta in fondo tutta lì: affronto i nodi psicologici di fondo, perché trattare solo i problemi superficiali di selezione, eliminazione e ordine è inutile se poi torni a riempire tutto perché non puoi farne a meno.

    Forse non ho mai scritto un articolo specificamente dedicato al “decluttering della vita”, ma dopo questa richiesta chissà, potrei anche farlo ;)

    Rispondi
      Ilaria Biganzoli

      Ma certo Lorenzo… poi un giorno scriverai il ‘decluttering di Lorenzo Durand’ perchè ormai dobbiamo cominciare a liberarci anche di tutto il tuo materiale… Aaahahahhh!
      Scherzo dai, come al solito hai centrato il problema: qui si tratta di impostare uno stile di vita diverso e scardinare i pilastri di un sistema delirante che sta distruggendo il Pianeta e tutti noi.

      Sono d’accordo con Meri: i vampiri energetici sono tantissimi!
      Ma questo viaggio nella mia fuffa fra sacchi della spazzatura e viaggi in discarica, mi ha resa molto più consapevole delle mie scelte in generale, su tanti piani della vita.

      Tutto quel sistemare e liberare ‘fuori’ ha sistemato e liberato anche ‘dentro’. E questo è il vero scopo della faccenda… o no?

      Grazie, come sempre.

      Rispondi
        Lorenzo Durand

        “Vampiro energetico” non l’ho mai usato perché ha una sfumatura un po’ new age, ma calza proprio, e soprattutto rende benissimo l’idea di qualcosa da cui ti devi guardare e difendere. È anche un buon modo di associare gli accumuli di oggetti ad altri problemi con le stesse dinamiche di fondo. +1 per “vampiri energetici”

        Rispondi
Elisa

Ciao a tutti…. Sono quella dei testi scolastici in mansarda!…. Incredibilmente i libri non sono stati il primo scoglio da superare. Ho dovuto vedere prima il risultato dei miei sforzi in altri ambienti della casa per poter “affidare” questi compagni di vita al loro destino. Facendolo ho versato calde lacrime, che mi hanno fatto sentire sollevata, poiché ho capito che ciò che rappresentavano non aveva più ragione di occupare tanto spazio esterno, poiché tutto era contenuto già dentro di me. Avevo assegnato un punteggio 5 che sorprendentemente è sceso a 1 non appena ho visto i risultati che avevo raggiunto fino a quel momento. Persino il disagio che ho provato mettendo i libri nelle scatole è svanito dopo poco tempo…. Questa sicurezza mi ha dato la forza per rivedere i rapporti con alcune persone, e anche in ambito lavorativo ho ottenuto dei risultati grazie al nuovo modo di vedere le cose. Grazie Lorenzo.

Rispondi
    Lorenzo Durand

    Wow, da 5 a 1 è notevole. Devi avere ottenuto un bel po’ con gli oggetti più facili prima. Mi fa piacere avere queste conferme che recuperare terreno sulle abitudini di accumulo illumina le situazioni relazionali e lavorative e ti dà più forza e charezza per gestirle. Lo sapevo già, lo dico sempre, ma quando qualcuno porta una testimonianza è sempre una soddisfazione :)

    Rispondi

Lascia un Commento