Il decluttering e la scala della libertà
“Eeeeh, vorrei anch’io fare spazio, il mio problema sono i libri, vorrei sceglierli ma non ho mai tempo e poi moltissimi non li ho mai letti, ora che li ho comprati mi dispiace darli via, come faccio? Il decluttering non va bene per me”.
Anni fa restavo perplesso di fronte a queste dichiarazioni.
La risposta istintiva sarebbe stata: mi stai dicendo che in una casa di 90mq in cui vivete tu e due gatti, in cui fai fatica a trovare i vestiti da metterti perché cassetti e armadi ricordano la metro di Roma all’ora di punta, negli sportelli in cucina ci sono cibi scaduti da anni, e nella stanza “degli ospiti” hai due televisori degli anni 80, una sdraio da spiaggia e un cavalluccio a dondolo, tu non puoi fare spazio perché hai dei libri che non hai mai letto?
Oggi capisco meglio la situazione.
Gli accumuli non sono un “incidente”.
Sono la soluzione migliore che una psiche ferita trova in quel momento al problema di come calmare il dolore di una privazione, che può essere materiale o, più spesso, affettiva.
Gli oggetti accumulati sono una specie di “armatura” che abbiamo eretto contro il dolore, contro l’incertezza minacciosa di un mondo in continuo e imprevedibile cambiamento. Semplicemente, spogliarsi dell’armatura e imparare a superare il dolore non è una prospettiva attraente per la parte di noi che se ne è rivestita.
In generale, di fronte alla possibilità di “uscire dal rifugio”, quella parte risponde creando giustificazioni apparentemente razionali per evitare la fatica e il momentaneo disagio della guarigione.
Ma nel caso specifico dell’obiezione “per me fare spazio è difficile perché ho X”, interviene anche un altro meccanismo.
Come ci insegnano le neuroscienze,
il cervello è un “problem-detector”: un cerca-problemi.
La sua attenzione è attratta molto più intensamente dai problemi che dalle opportunità, per semplici ragioni di sopravvivenza: un frutto basso non può ucciderti, un leone in agguato sì.
La nostra tendenza innata, quindi, è guardare all’aspetto più difficile di una situazione, a quello che può potenzialmente creare più problemi e ostacoli.
Questo riduce di molto la probabilità di venire investiti ogni volta che attraversiamo la strada, ma ha un grosso inconveniente.
Quando ci troviamo in periodi di vulnerabilità, insicurezza e bassa autostima (come di solito succede a chi accumula), il problem-detector crea una pesante distorsione cognitiva: a forza di concentrarsi sui problemi, cominciano a sembrare molto più grandi di quello che sono, e le opportunità molto più scarse di quanto siano in realtà.
Quando pensi al decluttering di casa tua, probabilmente ti fai scoraggiare dagli aspetti più difficili:
“E gli oggetti di tipo X, come faccio?”
“Piercarlo non accetterà mai di eliminare Y!”
“E se poi Z mi manca nel momento del bisogno?”
Ma guardando agli oggetti più difficili, cadi nell’illusione che liberare spazio e distaccarsi dagli oggetti sia difficile in assoluto.
La realtà è molto diversa: per ogni oggetto X che non sai come gestire, ce ne sono centinaia che saprai gestire benissimo. Per ogni oggetto Y su cui vige il veto di Piercarlo, ce ne sono chissà quanti di cui gli importa come delle unghie tagliate. Per ogni oggetto Z che hai paura di eliminare, puoi trovarne in quantità che elimini addirittura con sollievo.
E ora un’ottima notizia…
Per liberare spazio, gli oggetti facili non valgono meno dei difficili. Nessuno ti dà dei punti di felicità in base al tipo di oggetto che togli dalla barriera.
Un metro cubo di spazio recuperato da elenchi telefonici scaduti e giornali vecchi non ti fa sentire meno libero e leggero che se lo recuperassi da libri legati alla tua storia famigliare.
Semmai, è il CONTRARIO.
Sforzarsi di eliminare oggetti che ti risultano troppo difficili in quel momento può rivelarsi un’esperienza così spiacevole da farti “rimbalzare” nelle abitudini di accumulo in cerca di sicurezza e conforto emotivo.
Eliminare gli oggetti facili, invece, risulta in un’esperienza più leggera e piacevole, ma soprattutto, può innescare un circolo virtuoso.
Infatti, la soddisfazione di una vittoria facile
1. ti spinge a ripetere l’esperienza
2. aumenta la tua autostima, la fiducia nelle tue abilità di decluttering
Questo piccolo rinforzo positivo fa sì che, dopo un decluttering di oggetti “facili”, quelli “difficili” ti appaiano meno difficili. Perciò, se continui semplicemente a lavorare sugli oggetti che trovi più facili, entri in un circolo virtuoso che io chiamo…
La scala della libertà
Se consideri tutti gli oggetti di troppo che hai in casa, troverai che alcuni sono più difficili di altri da eliminare. Immagina di ordinarli in una scala da 1 a 5, dove 1 è il più facile e 5 il più difficile.
Il tuo primo passo è occuparti degli oggetti di livello 1, i più facili. La soddisfazione e il senso di leggerezza e libertà generati dal decluttering di livello 1 sono uguali o superiori a quelli che proveresti con oggetti di livello 5, quindi perché sforzarti?
Continua semplicemente a lavorare sugli oggetti di livello 1 finché non li esaurisci.
Ora che li hai esauriti, puoi finalmente passare agli oggetti di livello 2, ma…un momento. Che cosa è successo nel frattempo?
Qualcosa è cambiato, perché quello che prima ti sembrava un oggetto di livello 2 ora è facile come un oggetto di livello 1! Guardi agli oggetti di livello 3 e scopri che ora il loro livello di difficoltà è 2, e così via. Il livello 5 non esiste più: ci sono solo 4 livelli.
Quindi cosa fai?
Semplice: continui a lavorare sugli oggetti che ora sono di livello 1, generando ogni volta nuovi rinforzi positivi.
Quando arriverai alla fine di quel livello, gli oggetti che hanno iniziato come il livello 3, ora saranno il nuovo livello 1!
In questo modo, non dovrai MAI occuparti degli oggetti “difficili”, perché quando ci arriverai…non saranno più difficili.
In sintesi:
1. Se ti capita di rimandare il decluttering perché gli oggetti di tipo X ti sembrano un ostacolo insormontabile, IGNORALI, e ricerca attivamente tutti gli oggetti che ti risulta più facile eliminare.
2. Continua a eliminare gli oggetti più facili fino all”esaurimento scorte”
3. Passa al livello successivo, che ora sarà diventato facilissimo a sua volta!
Hai mai sofferto di “cerca-problemite”? Quali sono per te gli oggetti più difficili? Diccelo nei commenti qui sotto, io e gli altri aficionados di Decluttering Efficace ti aiuteremo a trovare quelli più facili! :)
P.S: non lasciare il sito senza aver provato orrore e disgusto all’idea che, tragicamente, lo sbucciamela a manovella esiste davvero…ed essendo fatto di plastichetta da sorpresina Kinder, si romperà nel giro di un mese.