Il decluttering degli oggetti “intoccabili”: libri, oggetti religiosi, etc.
Dal gruppo di supporto di Fai spazio alla vita:
Questo è un discorso che si può estendere dagli oggetti sacri in senso stretto ad altri oggetti che non tocchiamo per qualche forma di malriposta riverenza o rispetto.
Ad esempio, in casa dei miei nonni - che erano insegnanti e ricevevano spesso diverse copie dei libri su cui lavoravano con le loro classi - non era permesso sbarazzarsi dei doppioni dei libri perché ai libri si deve "rispetto" per principio, per il loro valore simbolico. Non ho una foto della loro casa, ma questa rende (quasi!) l'idea:
Patrizia chiede: come affrontare la questione?
Risposta: esattamente come affronti la gestione di qualsiasi altro tipo di oggetto.
Spero di non deludervi con una risposta troppo semplice, il fatto è che stavolta è semplice davvero. Basta ricordarsi di un principio fondamentale valido per tutto il discorso "libertà in casa":
Gli oggetti sono i servi dell'esperienza.
A cosa serve un libro? A essere letto. A ottenere le esperienze che vivo durante la lettura, o le informazioni che mi aiutano a vivere altre esperienze al di fuori della lettura, esperienze che devono in ultima analisi promuovere il mio benessere.
Avere tre copie dello stesso libro mi permette di avere un'esperienza migliore?
NO.
Avere un numero di libri dieci volte più alto di quelli che posso leggere nel tempo che normalmente dedico alla lettura mi permette di avere un'esperienza migliore?
NO.
Tenere ripiani su ripiani di libri "da spiaggia" che al 99,99% non aprirò mai più mi permette di avere un'esperienza migliore?
NO.
Al contrario.
Di solito, avere troppi libri peggiora la mia esperienza di lettura, ad esempio perché li perdo nel marasma, li lascio a metà perché cerco di leggerne troppi, mi prende l'ansia per tutto quello che "potrei" o "dovrei" leggere ma non leggerò mai, eccetera.
Senza contare che mi bloccheranno inutilmente spazio in casa, e che spenderò in libri non letti i soldi e il tempo che avrei potuto spendere in esperienze di appagamento e crescita.
Ecco perché quei libri vanno eliminati.
Gli oggetti in eccesso riducono fatalmente la qualità della mia vita, e la qualità della mia vita merita più rispetto dei libri, fine del discorso.
"Eeeeeeehh, ma per gli oggetti sacri è diverso!"
Davvero? Proviamo.
A cosa serve un oggetto sacro?Un oggetto sacro è una "porta", un canale, un modo di connetterti con la realtà che rappresenta, di facilitare l'esperienza che desideri averne.
Avere la casa piena di carabattole religiose da pochi centesimi sparse a caso facilita l'esperienza della realtà spirituale a cui vuoi connetterti, meglio di come farebbero pochi oggetti di buon gusto e fattura posizionati in modo significativo e intenzionale?
NO.
In una casa piena di accumuli la mia mente e il mio cuore sono più confusi e pesanti, e ovviamente anche la mia vita spirituale ne soffre, a prescindere che gli accumuli siano composti di materiale religioso o meno.
Gli oggetti sono solo dei mezzi per ottenere un fine.
E come mezzi, funzionano molto meglio se sono nel numero minimo necessario e della qualità più alta.
E questo a livello estremamente basilare: non è il bicchiere che mi disseta, è il liquido che esso mi permette di bere più facilmente.
Se ho 300 bicchieri rotti e sbeccati o di plastichetta puzzolente, non mi disseto meglio che se ho una sola tazza di acciaio inossidabile.
La quantità eccessiva di mezzi interferisce paradossalmente con il raggiungimento dei fini, specialmente se i mezzi sono di bassa qualità.
Ricorda: “poche cose, ma buone.”
È un principio molto semplice, ma dobbiamo ricordarcene spesso perché il mercato fa il possibile per trascinarci nella direzione opposta.
Se ne trovano esempi ovunque, a cominciare dalla rete stessa: sempre più informazioni, sempre più vuote e irrilevanti.
In cucina?
Ci si inventano le cazzabubbole da cucina più assurde, quando imparando a usare bene un coltello di alta qualità faremmo il lavoro in modo migliore, più rapido, più ecologico e più economico.
In palestra?
Macchine e attrezzi di ogni forma e dimensione, quando per millenni, basilari esercizi a corpo libero hanno prodotto fisici molto più funzionali, più belli e più sani.
Ma se imparassimo a usare bene il corpo, non si potrebbero vendere queste megacianfrusaglie e tutto quel che ne consegue:
Perciò, per tornare alla domanda di Patrizia, la domanda da farti di fronte agli oggetti religiosi in eccesso è: questo oggetto promuove una migliore vita spirituale, o piuttosto la ostacola?
...cioè la stessa domanda che dovremmo farci sempre: stabilito che questo oggetto è un mezzo per un certo fine, conservarlo mi aiuta davvero a raggiungere quel fine in modo più rapido, economico, soddisfacente?
NO? È il momento di salutarlo.
Perché ricorda: nessun oggetto merita più rispetto della qualità della tua vita.
Nessun mezzo merita più rispetto del fine.
Ti succede mai di bloccarti di fronte a certi oggetti per "rispetto"? Come risolvi?
Pensi che dopo aver letto questo articolo fare la cosa giusta ti risulterà più facile?
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PS: nota bene che la tazza di acciaio inossidabile funziona meglio se non ha un assurdo marchingegno "auto-mescolante". Ma si può?
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