Il decluttering e il guardiano della soglia
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Il decluttering e il guardiano della soglia

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Dal gruppo Facebook di Fai spazio alla vita:

Ciao a tutti…ho letto con interesse tutti i commenti di chi si è già buttato nell’attività di iniziare a fare spazio. Io porto paradossalmente il mio contributo contrario….ovvero da quando ho acquistato il corso sembra che io non riesca a trovare il tempo per iniziare….qualche evento ed impegno mi porta sempre a rimandare…i video gratuiti mi hanno entusiasmato e non vedevo l’ora di iniziare…purtroppo dopo ho notato invece che certi accumuli si sono fatti più grandi…Lorenzo che ne pensi? Complimenti a chi ha già fatto spazio alla vita.

Micaela

 

Cara Micaela, per rispondere a te e tutti gli altri che incontrano difficoltà simili voglio raccontarti cosa è successo durante il primissimo lancio di questo corso. Ridi per favore, ridete tutti, perché è l’unica risposta sana.

Dopo mesi di lavoro assiduo ai video, ai testi, agli articoli, al nuovo sito, al sistema informatico di vendita e protezione, a tutte le infernali rotture di palle che lo stato italiano ti scarica addosso per punirti di voler avere un’attività, il giorno fatidico alle ore 08.00 apro il corso al pubblico. La gente aspettava questo corso da mesi, il primo acquisto arriva alle 08.12. E per tutta la mattina, ne arrivano altri a ritmo sostenuto.

Improvvisamente, alle 15.00 tutto si ferma di colpo. Penso, beh, sarà un’orario piatto.

Due ore dopo cominciano ad arrivare le prime mail: “ho già provato 200 volte ma non riesco ad acquistare, schiaccio il tasto ma si blocca su attendere prego!”

Verifico, e non posso credere ai miei occhi: dopo mesi di istruzioni e raccomandazioni ai tecnici, dopo che il software è stato testato 3-4 volte su vendite reali la settimana prima, è davvero tutto bloccato.

La gente non riesce ad acquistare il corso.

Chiamo immediatamente i tecnici, che si mettono al lavoro per risolvere, ma intanto io ho decine, centinaia di persone che dopo mesi di anticipazioni e cinque video gratuiti sono belle cariche e quando cliccano “ordina” sentono una pernacchia.

Allora improvviso, e sostituisco tutti i tasti di ordine con dei banali bottoni Paypal.

C’è un problemino: i bottoni Paypal ti permettono di trasferire dei soldi, ma non mi fanno arrivare i tuoi dati per la fatturazione e soprattutto non fanno arrivare a te i dati di accesso al corso. Paghi e non ti arriva niente. Il software di vendita e protezione non riceve niente, quindi non genera nome utente e password per l’accesso. Come faccio a dare alle persone il corso per cui hanno appena pagato?

Sono costretto a mettere in fretta e furia il materiale su una pagina NON PROTETTA. Pensa che gioia, dopo un anno di lavoro. Resta il problema di mandare a queste persone il link della pagina, altrimenti come ci arrivano?

Una per una, mando una mail che spiega la situazione e invia a quella pagina non protetta. Arrivano mail a ritmo frenetico: “dov’è il corso che ho comprato??”. Ma se ti ho appena inviato la mail che ti spiega…mi viene un dubbio atroce. Provo a mandare a me stesso una mail dall’indirizzo di Decluttering Efficace. Non arriva. Inspiegabilmente, un indirizzo email che ha funzionato perfettamente per settimane, ha cessato di consegnare le mail PRECISAMENTE NEL MOMENTO DELL’EMERGENZA.

Scrivo all’assistenza del mio hosting, e per ben 4 scambi di mail mi rispondono sempre la stessa cosa: loro non riscontrano il problema, quando provano a inviare loro funziona tutto benissimo. Tanto piacere, intanto le mie mail non arrivano.

Allora improvviso di nuovo, e provo a mandare le stesse mail dai miei indirizzi privati in cui compare il mio nome, sperando che siano comunque riconoscibili. Niente, la marea di reclami non si arresta. Perché? Non vedete le mail??? No, non le vedono. Faccio altre prove e scopro che all’improvviso, tutte le mail spedite da tutti i miei indirizzi privati finiscono nella cartella spam. Come è possibile?

Intanto la giornata è finita, e io sono esausto, devo andare a dormire.

Il giorno dopo, il problema del software di vendita viene risolto e ricollego correttamente tutti i tasti. A questo punto, Paypal stesso – sito esterno che non ha niente a che vedere con me o il mio sito – comincia a dare problemi. Per ore, le persone non vengono reindirizzate correttamente alla pagina che spiega come trovare i dati d’accesso, e le vendite non mi vengono notificate, così non posso intervenire per aiutarle. Di nuovo, ore di delirio.

E in tutto questo, non ho ancora una mail che funziona.

Risolvo appoggiandomi per la spedizione delle mail a un servizio .smtp esterno (MandrillApp). E le mail riprendono a funzionare. Dopo ore di lavoro, finalmente riesco a mandare le persone che hanno acquistato alla pagina provvisoria, sapendo che dovrò poi perdere giornate intere per recuperare i dati di fatturazione da ciascuno di loro, mandargli i dati d’accesso e istruirli su come entrare.

A questo punto comincia ad arrivare un altro tipo di mail: “riesco a entrare, ma i video non funzionano, li scarica ma poi quando li apro si bloccano!”.

Verifico, e scopro che, inspiegabilmente, il download dei video si interrompe intorno al 30% dei file, e ovviamente non c’è poi modo di vederli. Questo dopo che avevo provato a scaricarli almeno 4-5 volte prima di dare per buona quella pagina. Contatto l’assistenza del cloud storage su cui sono conservati i file.

Secondo te cosa mi dicono, più e più volte? “Tutto perfetto, nessun problema, noi scarichiamo tutto regolarmente”. Ok, sono contento, ma sono i clienti che devono scaricare senza problemi. Niente da fare, ho dovuto risolvere cambiando servizio.

Questo è il racconto dei primi due giorni. Siamo andati avanti così per SETTE GIORNI.

Ogni singolo giorno durante il lancio, qualcosa si è guastato, e ho dovuto rimediare con mezzi improvvisati.
Lo so che sembra impossibile, ma ogni singolo software coinvolto nel lancio ha avuto in quei sette giorni malfunzionamenti improvvisi, inspiegabili e senza precedenti.

Per fortuna, gli inconvenienti tecnici ora sono risolti, e tutti sembrate molto contenti del corso. Però questa storia ti dice molto sulla risposta dell’universo al tentativo di fare “spazio alla vita”.
Una mia amica praticante di Reiki che tentava di sostenermi nei giorni più duri ha detto che ha sentito chiaramente una forza opporsi a me e al mio lancio.

Ora, a prescindere dal mio lancio, e a prescindere che si voglia attribuire tutto questo a spiriti maligni, alla supercazzola quantica preferita o a qualche forza misteriosa che nei momenti di svolta mette alla prova la nostra capacità di vivere come una nuova e superiore versione di noi stessi, il fatto resta: quando ci impegniamo per generare un miglioramento profondo nella nostra vita o in quella di altre persone, spesso si presenta un “guardiano della soglia”.

In modo a volte misterioso e improbabile, qualcosa appare a sbarrarci la via.

E spesso, è difficile capire se questo qualcosa arrivi dall’esterno rispondendo a una sorta di “richiamo” lanciato dal nostro essere in questi momenti di svolta, o non sia piuttosto una manifestazione delle nostre dinamiche interne. I confini tra le due cose sono labili. Una cosa è certa però: abbiamo sulla nostra psiche e sulle nostre azioni un controllo maggiore che sui servizi di hosting, su Paypal, sui giorni di pioggia o gli incidenti stradali.

Perciò, nel tentativo di facilitare il cambiamento, è da lì che dobbiamo partire: da quello che sentiamo, pensiamo e facciamo. Cosa stiamo facendo NOI che va in direzione opposta al cambiamento desiderato?
La psiche umana è molteplice, e diversi aspetti di essa possono essere in contraddizione e conflitto. Una parte di noi tira verso X, l’altra tira verso Y, e ci sembra di non andare da nessuna parte.

Quasi tutti, nella vita, sviluppiamo dei “grovigli” psicologici, delle strutture di convinzioni, pensieri, emozioni che sembrano opporsi dall’interno alla realizzazione dei nostri desideri.

Ma i mostri che sembrano nuotare nel mare della nostra mente sono in realtà le braccia di uno stesso e unico “animale”: a generare e mantenere quelle strutture siamo sempre e solo noi, anche se possiamo non esserne consapevoli al momento. Per raggiungere più facilmente i nostri obiettivi, dobbiamo riorganizzare la psiche in modo che i suoi vari aspetti convergano verso fini comuni. E per farlo, dobbiamo innanzitutto riconoscere e riappropriarci di quegli aspetti.

Cosa significa questo nel caso dei problemi di accumulo?

Lo stile di vita nelle moderne società occidentali incoraggia e facilita l’ammassare oggetti; questo è chiaro. Deve essere altrettanto chiaro che pur incoraggiandolo e facilitandolo, non lo impone. A parte i casi in cui montagne di roba ci vengono lasciate come eredità scomoda – una sorta di karma famigliare che tocca a noi redimere – l’accumulo non è qualcosa che succede, è qualcosa che facciamo, e lo facciamo – una parte di noi lo fa – con un preciso SCOPO.

Nell’accumulare non stiamo agendo casualmente; una parte di noi sta cercando di ottenere qualcosa.

Cosa?

Tutta la prima parte del manuale del corso è dedicata a questo argomento, ma volendo riassumere in una parola, dovrei dire “protezione”. Sicurezza. L’accumulo è la compensazione di un vuoto di sicurezza, la sicurezza di poter ottenere quello di cui hai bisogno, di farcela. Quindi di autostima: sentire di essere in grado di procurarti quello di cui hai bisogno.

Ovviamente, quando quella parte di te vede che sei in procinto di eliminare gli accumuli, dice “no! senza quelli come faccio poi??? sono vulnerabile!!!” – e comincia a generare interferenze di ogni tipo…

La parte di te che accumula non ha paura solo di ritrovarsi vulnerabile e sprovvista. Ha paura di MORIRE.

Se impari a fare a meno degli accumuli, infatti, che ne è di quel groviglio psicologico che doveva servire a proteggerti creando gli accumuli? Un aspetto strano e affascinante di queste dinamiche è che simili grovigli sembrano comportarsi come esseri viventi indipendenti: vogliono sopravvivere, e per farlo si difendono.
Ha ragione Annamaria quando dice che la catena la senti solo quando provi a muoverti. Ogni tanto, io ho anche la netta impressione che quando tiri, la catena tiri indietro.

Se i tuoi nodi percepiscono che qualcosa minaccia di scioglierli, oppongono resistenza. Cominciano a generare sensazioni, sentimenti e pensieri che in modo sottile creano nella tua vita interferenze al processo di guarigione.
Quando simili interferenze emergono per ritardare il decluttering, è segno che il decluttering avrebbe un effetto particolarmente significativo sui tuoi grovigli. Per progredire, quindi, occorre un approccio “stealth”, un approccio se vuoi più discreto, meno aperto.

Ci sono due strategie che possiamo applicare congiuntamente in questi casi: gradualità e rilassamento.

GRADUALITÀ

Immagina il tuo problema di accumulo e tutti i grovigli ad esso connessi come un pentolone di catrame messo a bollire in casa tua da…genitori, società, esperienze negative varie, karma, una strega cattiva, gli space invaders, non importa.

Il pentolone ora è lì, bolle forte e schizza una schifezza nera e appiccicosa ovunque (casa = vita). Se cerchi di afferrare il pentolone per portarlo fuori, ti bruci. Ti fai male, ti senti più debole, il dolore ti scoraggia, e perdi motivazione e fiducia nel processo di guarigione. Se però sfili discretamente da sotto il pentolone la legna che alimenta la fiamma, un pezzo alla volta, pian piano il bollore si calma, la pentola si raffredda, e la puoi versare via facilmente.

Fondamentalmente è per questo che consiglio di non strafare, di andare piano, specialmente all’inizio: perché così è più probabile passare “sotto il radar” del nostro accumulatore ferito.

Se percepisci forti resistenze, non accingerti al decluttering come se stessi per fare il tuo numero alle olimpiadi di ginnastica artistica, quello è il modo migliore per allertare l’accumulatore (o accumulatrice) e farti dare un bello strattone di catena. Fai decluttering in modo più casual, fluido, gioiosamente cazzeggiante.

Il che ci porta alla seconda strategia…

 

RILASSAMENTO

Il modo migliore per fallire nel decluttering è prenderlo come un compito gravoso, come un obbligo, un’ALTRA “cosa da fare”. Se la prendi così, paradossalmente il decluttering va ad aumentare la tua sensazione di sovraccarico e sopraffazione.

Una sessione di decluttering va presa come una mini-vacanza dalle cose da fare, come un momento di pausa che finalmente puoi dedicare a te stessa e al tuo benessere, come un’ora di spa.

Per questo insisto sul circolo virtuoso, sul centrare l’area verde, perché il feedback che arriva alla tua psiche quando fai decluttering deve essere il più possibile positivo: deve essere associato al benessere che sboccia riattivando le risorse bloccate, non al malessere che tentiamo di coprire con i mucchi di roba.

Da un punto di vista più profondo, considera che la tua piccola accumulatrice ferita funziona sostanzialmente come una bambina piccola. Una bambolotta spaventata con una spessa catena attaccata al tuo collo e la forza di un gorilla di montagna. Cosa sarà meglio fare per convincerla a mollare questa benedetta catena e uscire a giocare nel sole con gli altri gorillini felici? Ordinarle di fare i compiti? Dirle che certe cose vanno fatte e basta e non si discute?

Oppure farle vedere con pazienza, compassione e dolcezza che l’altalena è più divertente della catena?

Il disturbo da accumulo è radicato nella paura, e l’antidoto migliore alla paura sono abbracci e sorrisi. Sorridi alla tua piccola accumulatrice, sorridi ai tuoi accumuli, sorridi alle tue interferenze iniziali, sorridi al guardiano della soglia. Rilassati e divertiti a riscoprire quanto la vita può essere più facile e leggera quando lasci andare le zavorre protettive.

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micaela

Grazie Lorenzo…ho inquadrato perfettamente la catena che si mette in tensione non appena penso al fare spazio….e la paura che si rafforza in modo inconscio…ora che sono consapevole delle zavorre devo solo lasciarle andare con un sorriso…

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Maria Patrizia Verzarschi

Nel leggere le peripezie dell’avvio del corso penso a quando ci troviamo in un supermercato e becchiamo il carrello che tende a spostarsi in direzioni diverse da quelle che noi vogliamo e quindi arrivare alla meta è una fatica enorme ma, poichè non ci andava di tornare indietro a cambiare il carrello….con tanta pazienza abbiamo fatto la spesa e siamo arrivati alla cassa determinati.
Andando avanti nei moduli capisco meglio perchè all’inizio mi hai consigliato solo di continuare a leggere ed operare in seguito, perchè non è facile a volte lasciare ciò che abbiamo accumulato per anni magari nascosto in un cassetto. Ieri pomeriggio improvvisamente mi è venuto in mente di sistemare i contatti su fb sia come amicizie che come interessi e ho eliminato un po di cose che non avevano alcun senso collegate a me ed ai miei interessi,preferenze;ma prima di farlo, per alcuni , mi sono fatta qualche domanda …mi servirà? faccio bene ad eliminarlo? insomma fino alla fine il dubbio!!! tisaluto e vado a cercare l’VIII modulo

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Patrizia Birtolo

Lorenzo stamattina il guardiano ha fatto un paio di sarcastici cucù affacciandosi proprio dalla soglia mentre mi accingevo a declutterare con gioiosa letizia una scatola di ricordi… Interrotta due volte di seguito per due contrattempi assurdi, son dovuta volare a mezz’ora da casa mia e tornare nello stesso posto due volte di fila (la seconda volta che son stata chiamata ero rientrata in casa da dieci/quindici minuti). I miei grovigli saranno stati in ambasce pensando: “Oh, ma questa qua con la giornata libera dalle 9 alle 14 dove vuole arrivare? Mettiamole una battuta d’arresto… “.
Ma ritornata a casa, mi ci son rimessa. Io il mastino e la fuffa l’osso. E stavolta non mollo. Poco ma sempre. :)

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Renzo Pin

Due osservazioni:
1) Lorenzo Durand forse non si rende conto della valenza del lavoro che ha fatto. Sì, decluttering per le cose, ma il medesimo discorso può essere applicato alla vita. Il tempo che viviamo è la nostra casa, e quel che facciamo sono le cose con cui decidiamo di arredarla. Quale attività lascio che occupi lo spazio della mia giornata? (naturalmente, ammesso che possa scegliere e che l’armadione che il mio datore di lavoro ci ha ficcato dentro e che occupa dalle 8 alle 19:30 mi lasci un po’ di spazio di movimento). Con un pizzico di Socrate, una spolverata di Kirkegaard e un po’ di Schopenhauer i principi di una accurata e severa selezione degli elementi si possono trasferire all’esistenza. Più che su cosa metto dentro al mio appartamento, questo corso mi sta dando consapevolezza su cosa metto dentro la mia vita. In trasparenza, il suo messaggio può avere ben più importanti e vaste applicazioni.
2) Ho comprato il corso ma non ho alcuna intenzione di buttare via il mio passato, del quale oggetti di vario tipo sono l’icona e l’unica traccia tangibile. Il mio appartamento sta scoppiando: quando potrò, lo scambierò con uno più grande. Al mondo ci sono tanti tipi di persone e, anche se i principi generali illustrati nei video sono universalmente validi, l’applicazione delle medesime direttive non può avere esiti felici per tutti. Un esempio: c’è chi ha sempre il frigo pieno e chi vi ospita giusto una cipolla e una crosta di formaggio. Positività per il primo: ampia scelta di soluzioni per la cena, negatività: molte cibarie rischiano di andare a male prima che il loro turno in tavola arrivi. Positività per il secondo: mangia sempre roba fresca. Negatività: è costretto ogni giorno a uscire per comprare il cibo della giornata. Sono stili diversi di gestione della cucina, ambedue coi loro pro e i loro contro. Forse, in medio stat virtus. Per il decluttering, c’è chi in casa non ha nemmeno un cacciavite e non sa cambiare una lampadina, e c’è chi si ingegna a far di tutto, da piccoli lavori idraulici a risolvere ogni sorta di problema pratico, e quindi ha bisogno di una fornita cassetta degli attrezzi e d’una buona quantità di oggetti vari e imprevedibili. Se glieli togliamo, sì, gli facciamo più posto in casa ma in pratica gli neghiamo la realizzazione della sua natura, la possibilità di essere quello che intrinsecamente è: il factotum, il deus ex machina. Il ruolo di ognuno nella vita è differente e, sebbene le basi del corso di decluttering siano universali ed è ottima cosa essere sensibili allo spazio, all’ordine e alle loro conseguenze sui vari livelli della persona, conviene applicare quelle raccomandazioni cum grano salis, consapevoli della vocazione dell’utente finale.

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    LorenzoD

    Ciao Renzo, grazie per il commento!
    Sì che mi rendo conto, l’idea di fondo del corso è proprio di usare il decluttering come banco di prova per apprendere abilità che danno più valore alla vita. Da qui il titolo, “Fai spazio alla vita” ;-)

    Sul fatto di risolvere spostandosi in uno spazio più grande, prima o poi ci scriverò un post, però ti dò un indizio: in base alle osservazioni di tutti i ricercatori nel ramo, possiamo affermare che la legge di Parkinson

    http://it.wikipedia.org/wiki/La_legge_di_Parkinson

    …si applica anche allo spazio disponibile. Più ce n’è, e più accumuli, perché la motivazione dietro l’accumulo non è avere anche l’oggetto X o Y; è proprio avere la sensazione di essere circondato da una barriera protettiva contro le brutte sorprese che ci riserverebbe il mondo e i lati meno accettabili di noi stessi.

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      Renzo Pin

      … come i grassi stramangiano fino a creare lo strato protettivo per non rischiare di essere toccati o amati.
      Il tono della tua presentazione è ottimo e la presa di coscienza di quel che un oggetto può fare è una scoperta utilissima ed una strada senza ritorno. Dopo aver visionato i tuoi video non è più possibile vedere un oggetto per quello che è, ma si vede quello che, in potenzialità, se lo si lascia entrare in casa, è capace di fare. Ormai son tutti piccoli ma agguerriti nemici, risoluti a rubarci spazio e vita. Son video che inducono un’allergia: l’altra sera presentavano in tv la casa di Lucio Dalla e m’è salita la febbre al vedere i piani dei mobili tutti occupati dai portafotografie. Memorabile, quindi, la presentazione di quegli spazi come calamite per gli oggetti. Due cose non mi abbandoneranno più: la storia della principessina (le favole hanno enorme valenza formativa) e un’immagine che si vede ma non viene commentata: il pesce rosso nella boccia che dice: “Quale boccia, scusa?”. Se si è troppo calati in una realtà, non la si può vedere: è necessario prendere le distanze. E, francamente, per la vita quotidiana bastano così poche cose…
      Santo protettore del decluttering è Francesco, ma il suo estremismo è stato osteggiato strenuamente dai suoi mentre lui stesso era in vita: di nuovo, forse, in medio stat virtus: è contronatura girar per il mondo vestiti di sacco elemosinando un pezzo di pane ma nemmeno si può vivere con tutto il mondo in casa.

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        Ilaria Biganzoli

        Hai ragione Renzo, solo che la via di mezzo è molto personale: per un senzatetto anche una roulotte spoglia è una reggia, mentre la Regina Elisabetta non metterebbe a casa mia neppure uno dei suoi cavalli! Ahahahhhhhhh!
        Dunque io credo che l’importante sia tracciare la via, poi ciascuno trova la sua misura.
        Il punto cardine forse, ma sto cercando anche io di capire, è se la nostra ricerca della qualità della vita (felicità?) sia una motivazione suficiente per fare questo percorso.
        In tempi di crisi io dico di sì.
        Ci rendiamo conto che non possiamo continuare ad abbuffarci di oggetti anche perchè i tempi non lo permettono, quindi finalmente ci svegliamo dall’incantesimo e ci guardiamo intorno. Ecco, questo è per me il bello della storia.
        Ma le resistenze sono tante…
        A volte mi dico: se in questo istante avessi tutti i soldi che voglio, che farei? Beh, ti assicuro che non comprerei una casa più grande, semmai proprio il contrario!
        Garzie per le tue riflessioni.

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Anna Rita Bardeggia

Io sono un’insegnante al momento nella scuola media pur avendo insegnato tutta la vita Grafica pubblicitaria e dal momento che ho fatto architettura,ho cominciato ad interessarmi di Feng Shui, lì ho scoperto il decluttering e visto che sono un’accumlatrice ho cominciato ad applicarlo nella mia casa…un po’ alla volta. Poi ne ho fatto tesoro per fare lezioni in molte classi, ha costituito un grande successo sia tra studenti e genitori quindi come si dice in pubblicità sono diventata un intermediario di comunicazione, credo che magari fate un controllo per vedere quante richieste di visione dei video vi arrivano da Ancona.
Saluti Anna Rita

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    LorenzoD

    Ciao Anna Rita,
    grazie molte per l’intermediazione, io faccio tutto quello che posso per diffondere questa pratica ma sono solo uno…c’è bisogno di persone come te che si fanno portavoce con la parola e soprattutto con l’esempio. A presto!

    Rispondi
    Ilaria Biganzoli

    Brava! Quanto è utile riflettere con i ragazzi su queste cose!
    Comunque mi è piaciuto molto quando nel video si parla degli adolescenti (io ne ho 2 in casa…).
    Ti racconto la mia esperienza, magari puoi darmi qualche consiglio.
    Mio figlio grande (18) è piuttosto perplesso sul decluttering: sempre un po’ ironico e insofferente, soprattutto all’ordine. È in fase ‘centrifuga’ per cui quando entra in casa sembra che arrivi il tornado… semina cose ovunque… fa 2 docce al giorno… corre su e giù per la casa saltando come un muflone. Però devo ammettere che il suo guardaroba è davvero essenziale, prende i libri alla biblioteca, ha un paio di scarpe alla volta e tiene il suo motorino da 4 anni con molta cura.
    Quindi mi guarda come dire: che problemi ti fai?
    Mia figlia più piccola (15) invece è molto più ordinata ma decisamente più incline allo shopping compulsivo per cui ha colto in fretta l’essenza della storia. Collabora e mi incoraggia perchè le piace la casa in ordine, la vive più del fratello. Solo che se potesse raddoppierebbe l’armadio per riempirlo di abiti sempre nuovi. È carina… la capisco…
    In generale ho imparato che le prediche non servono e anche il video di Lorenzo me lo conferma.
    Quindi lascio che parlino le mie azioni.
    In particolare ho notato che devo essere di buon umore quando facio questi lavori in casa perchè se mi innervosisco rovino tutto. Cerco di prevedere un piccolo ‘premio’ finale tipo… cenetta sfiziosa… torta speciale… ma soprattutto conta l’allegria per il risultato.
    Abbiamo una grande responsabilità perchè davvero loro dovranno vedersela con tutti i rifiuti che stiamo producendo…

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Ilaria Biganzoli

Ciao Lorenzo,
vorrei devo condividere questo momento perchè qui succedono cose grosse.
Come ti scrivevo l’altra volta mi sentivo bloccata da una sacco di cose belle che continuavano a distrarmi dai piani di decluttering che mi ero data.
Poi la tua risposta e una rinfrescata ai video mi hanno svegliata. Anche l’eclissi di sole è stata illuminante: ho avuto una sensazione di freddo, fine del mondo, semplicemente morte e mi sono detta: è ora.
Così ho smosso una bella dose di cose che avevo scartato e preparato ma non portato via. Come dici tu finchè non allontani fisicamente il ciarpame non sei libero.
Bene. Fatto: sabato in 5 ore ho riempito la macchina e… via!
Mercatino + discarica = successone.
Se va bene ho un credito di 84€ entro due mesi.
Felicissima, leggera e soddisfatta avevo l’umore alle stelle.
Ora sai che capita?
Fra ieri e oggi due intoppi con il lavoro e altre amenità che non ti sto a raccontare… totale circa 500€ fra danni e mancato guadagno. GRRRGRGRGRGGGGRRRRRRRR.
Sono furibonda.
Perchè?
Sono i guardiani della soglia?
Sarebbe successo comunque e non c’è nessuna relazione?
Non lo so ma sono un po’ avvilita.
Faccio un giro in dispensa (la stanza dove ho svuotato di più) e sento che ci voleva, sono certa di aver fatto la cosa giusta. Allora mi chiedo: sono stata troppo violenta?
È che il declutering-soft mi pare di farlo ogni giorno e non vedo gli effetti.
Invece questo ‘scossone’ mi ha dato una tale gioia… Troppo?
È una prova?
Io non mollo ma emotivamente mi sento in giostra.
Grazie per un consiglio.
Ilaria

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    Lorenzo Durand

    Ciao Ilaria, grazie per la condivisione, mi portate sempre tutti esperienze forti e interessanti. Sono fin troppo consapevole che spesso dopo una cosa ben fatta, quando istintivamente ci aspettiamo una ricompensa, l’universo rincara la dose. Guardiano della Soglia? Messaggi da una parte di noi che vuole portare la nostra attenzione cosciente su certi problemi? Forse. Tutto sommato, dal punto di vista pratico non è che cambi molto: ma anche se lasciamo cadere qualunque idea di sincronicità e di relazione tra gli eventi interiori e quelli esteriori, anche se attribuiamo tutto a una naturale entropia ad andamento casuale, la risposta non cambia: cuore ed occhi aperti, concentrati sulle cose di cui hai il controllo, continua a fare le cose giuste ed evitare quelle sbagliate, e i risultati arrivano.

    In questo caso, il mio consiglio è anche di tenere mentalmente separati i due eventi. Partono scazzo e avvilimento perché i due eventi (decluttering riuscito e danni imprevisti) si sono susseguiti l’uno all’altro e viene spontaneo metterli in relazione. Ma non necessariamente lo sono. Per evitare di farti scoraggiare da questi intoppi, lascia perdere i singoli eventi e il loro presunto significato e concentrati sul decluttering come processo complessivo: puoi anche perdere 500 euro questo mese, ma se nell’arco dell’anno la qualità della tua vita aumenta sensibilmente grazie al tuo percorso nel decluttering, la partita è comunque vinta.

    E comunque, se vuoi vincere la partita, stai anche pronta a subire tanti falli e rialzarti sempre – su questo magari ripassati il modulo 16 :-)

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